FIRENZE — La Scuola del caffè, accademia internazionale dedicata alla diffusione della cultura del caffè, la prima nata dentro una caffetteria, a Firenze in Ditta Artigianale Carducci, approda al Sigep, il salone internazionale di gelateria, pasticceria, panificazione artigianale e caffè, organizzato da Italian exhibition group che si terrà alla Fiera di Rimini dal 12 al 16 marzo.
In programma presso lo stand presso il Padiglione D1 – Stand 045 attività di formazione e degustazione per tutti, un’occasione anche per presentare le attività della scuola e la filosofia della academy. Tre postazioni in cui saranno raccontati e mostrati metodi di estrazione alternativa, le più moderne tecniche di latte art e saranno proposti cupping, anche grazie all’utilizzo di attrezzature professionali fornite da Victoria Arduino, main partner di Scuola del caffè, in collaborazione con Hario Europe.
La Scuola del caffè al Sigep
Cinque giornate incentrate su temi che rappresentano una grande opportunità di confronto e di aggiornamento, come dichiara il direttore della scuola, Simone Amenini: “Portare la Scuola del caffè su un palcoscenico internazionale quale il Sigep è un traguardo importante che ci rende orgogliosi e che contribuisce a dare un maggiore risalto al nostro progetto accademico. Un’opportunità che rappresenta un ottimo banco di prova, che ci mette al cospetto di tante realtà alle quali ci ispiriamo e con cui collaboriamo. Non vediamo l’ora”.
Ditta Artigianale, micro roastery e prima linea di caffetterie per il consumo consapevole in Italia, sarà protagonista con uno stand e con molte novità. In primis, saranno in degustazione le nuovissime “learning process box”, l’ultima novità proposta dal brand sul tema di sensibilizzazione e conoscenza dell’intera filiera caffeicola.
“L’idea è sottolineare i nuovi processi nel settore caffeicolo, per assaporare il caffè con maggiore consapevolezza, a partire dai fattori che ne influenzano il gusto” dice Francesco Masciullo, un passato da campione italiano baristi, adesso responsabile della roastery di Ditta Artigianale.
Le experience box
Due le experience box proposte. La prima offre tre diverse lavorazioni di uno stesso caffè specialty proveniente dall’Honduras, Finca El Puente, ormai una presenza di lunga data nella gamma di Ditta Artigianale, con tre differenti processi, naturale, lavato ed anaerobico. “Con queste box vogliamo mostrare al consumatore come il metodo di lavorazione del caffè verde possa influenzare il gusto finale”, prosegue Masciullo.
La seconda è invece “Inmaculada Variety Experience“, in cui della stessa azienda agricola colombiana (Finca Inmaculada) vengono proposte tre differenti varietà botaniche di altissimo livello: Geisha, Laurina e Sudan Rume. “Lo scopo di quest’ultima experience box è quello di individuare come da un medesimo terroir possano crescere tre piante estremamente diverse nelle sensazioni aromatiche e gustative in tazza”, conclude Masciullo.
Ditta Artigianale protagonista dei campionati
Ditta Artigianale sarà anche protagonista dei campionati con Serena Falcitano, store manager da qualche anno per la torrefazione, che parteciperà alla gara di cup tasting in programma mercoledì 16 marzo, giornata in cui si disputeranno le finali. Falcitano non è nuova sul palco del Sigep, avendo raggiunto la finale nel 2020.
Tra le proposte di Ditta Artigianale al Sigep, la proiezione di “The Coffee Hunter” documentario che è un viaggio alla scoperta delle origini del caffè in Uganda con il pluripremiato campione di caffè e fondatore di Ditta Artigianale Francesco Sanapo, andato in onda durante le recenti festività su Gambero Rosso.
Alla base del progetto, portato avanti insieme al regista Stefano Conca Bonizzoni e prodotto da SCBLab e Ditta Artigianale con il sostegno di Sanremo Coffee Machines e Vol Caffè e il supporto tecnico di Manfrotto, ci sono la volontà e il desiderio di apportare un cambiamento: diffondere la cultura del caffè di qualità e migliorare lo stile di vita dei produttori. Come? Grazie a una maggiore consapevolezza del valore del chicco più amato e del lavoro necessario a renderlo tale, sia da parte dei contadini che dei consumatori.
The coffee hunter
Dichiara Francesco Sanapo: “Sono partito dalla tazzina, è stato il palato a guidarmi. Ho assaggiato moltissimi caffè dell’Uganda, un paese in cui spesso il prodotto viene venduto senza rispettare la sostenibilità economica. Ho deciso di provare a dare il mio piccolo contributo, in qualità di esperto, a valorizzare queste varietà straordinarie, con la speranza di creare una maggiore attenzione sia verso il paese che verso questo tipo di coltivazione.”
Sanapo continua: “C’è un momento nel documentario in cui mi accorgo che la popolazione locale, quella che produce il caffè, non lo beve. È un paradosso assurdo, perché come può un produttore dare il giusto valore a qualcosa che non conosce? Posso avere un caffè di qualità altissima, ma non sapendolo valutare lo venderò a cifre irrisorie. Dunque è importantissimo sensibilizzare sia il consumatore che il contadino.”
“In Uganda ho cercato di fare formazione, di condividere con le persone che incontravo quello che so, sperando di suscitare in loro una curiosità, una voglia di imparare e di approfondire. Siamo abituati a spendere cifre molto contenute per un caffè – spiega Sanapo – ma spesso non pensiamo che in questo modo anche l’introito di chi lavora nella filiera è esiguo. Il caffè di uso comune viene spesso acquistato nei paesi d’origine a prezzi bassissimi, conosco infinite storie di agricoltori costretti a vendere al costo di produzione, se non addirittura inferiore, ed è così che si genera povertà”.
La cultura dell’Uganda
Un percorso tutto dedicato al caffè, ma non solo: “The Coffee Hunter vuole anche raccontare la cultura dell’Uganda – dice il regista Stefano Conca Bonizzoni – ad esempio lo slum di Katanga, che appare nel primo episodio, è in parte il risultato di politiche agricole sbagliate, o comunque di una serie di crisi subite in ambito agricolo nell’Uganda rurale, che ha portato i contadini a migrare in città. Oppure: cosa c’entrano i gorilla, che avvistiamo nella seconda parte del documentario, col caffè?”
Sanapo continua: “Nella zona dove siamo andati a osservarli si produce una delle migliori qualità di chicchi dell’Uganda, e l’ambiente in cui crescono è quello della riserva naturale preservata appunto per i gorilla. Se non ci fossero questi animali maestosi non esisterebbe la forma di protezione ambientale che permette un’agricoltura sostenibile e in simbiosi con l’ambiente. “The Coffee Hunter” è un naturale proseguo del lavoro che porto avanti per dare visibilità a una serie di attori sociali che hanno meno spazio e opportunità di raccontarsi, quindi in questo caso i contadini e i coltivatori che all’interno della filiera del caffè solo le figure a cui si dà meno risalto e che traggono meno profitto. Portare la telecamera su di loro significa restituirgli la dignità che meritano”.
La scheda sintetica della Scuola del caffè
La Scuola del caffè nasce con uno scopo divulgativo: informare pubblico, appassionati e addetti del settore su quanto si nasconda dietro a una tazzina. Dal lavoro nelle piantagioni, alla torrefazione fino al bancone esiste un mondo fatto di ricerca, innovazione e attenzione alla sostenibilità umana e ambientale che si vuole raccontare e sostenere. La scuola intende formare esperti del settore pienamente consapevoli della provenienza del caffè, delle sfumature di sapore, delle molteplici tecniche di estrazione.
Altro scopo è quello di sensibilizzare sull’importanza della professionalità nel mondo dell’hospitality anche grazie alla collaborazione con aziende del settore come HARIO, istituti alberghieri, scuole professionalizzanti quali la Youth Academy di Simonelli Group, insieme alla quale metteranno a disposizione corsi di formazione certificati SCA.
In programma master e corsi professionalizzanti per le varie figure del caffè, non solo per diventare ottimi baristi ma anche tostatori, assaggiatori, e master di alcuni mesi su come realizzare start up di specialty coffee, aprire una microtorrefazione o una caffetteria, oltre a laboratori aperti a curiosi e appassionati. Nel corso della sua attività, la Scuola del Caffè godrà di alcune collaborazioni di assoluto livello nel settore caffeicolo, quali Victoria Arduino, HARIO, Caffè Corsini e Confcommercio.
In cattedra alcuni tra i massimi esperti del settore e pluripremiati assaggiatori come Francesco Sanapo, Francesco Masciullo, Simone Amenini, Michele Anedotti e molti altri. La voglia di coltivare nuovi talenti per un nuovo barista “del futuro” viene anche sottolineata dalla connessione con l’Istituto Alberghiero Aurelio Saffi di Firenze.
La scheda sintetica della Ditta Artigianale
Ditta Artigianale è la prima linea di caffetterie specialty italiana (dedicate a caffè di particolare pregio gustativo), diretta dal pluripremiato campione baristi Francesco Sanapo, che sceglie le migliori miscele e monorigine nei paesi di produzione, direttamente dalle farm. È anche microtorrefazione, e i caffè, tostati e serviti freschi, sono disponibili per l’acquisto anche su www.dittaartigianale.it.