MILANO – La macchina da caffè in capsule è un ricettacolo di batteri. Lo dice l’Università di Valencia in Spagna dopo lunghe ricerche. Sembra una scoperta di Lapalisse perché tutte le macchine per caffè, anche quelle professionali, sono ricettacolo di batteri da sempre. Per questo, da sempre, vanno pulite con grande attenzione e frequenza. Come ripete, non sempre ascoltato, Gianfranco Carubelli della Pulycaff Asachimici, il maggior produttore nazionale di prodotti specifici per la pulizia delle macchine per caffè sia professionali sia da casa.
Che la pulizia delle macchine per caffè espresso, di tutte, sia indispensabile lo dice anche un paragone spesso ripetuto da Carubelli: “Cucinereste mai in una padella sporca?”. Ecco, se le parole dell’apostolo del pulito fossero più ascoltate l’Università di Valencia avrebbe dovuto dirigere altrove le menti dei suoi ricercatori.
D’altronde poteva anche lasciarli a riposo gli scienziati perché, come osserva lo specialista Carubelli “non occorrevano ricerche per scoprire quello che sanno tutti da sempre, cioè che le colture batteriche si sviluppano tra i 36 e i 38 gradi, le temperature che si trovano proprio nei depositi delle capsule esauste e nel gocciolatore sotto il gruppo”.
Ma non è difficile avere macchine da casa (e anche professionali) perfettamente pulite e senza batteri. Sì perché, osserva sempre Carubelli, “basta igienizzare se non disinfettare con gli appositi prodotti (naturalmente delle gamma Pulycaff, ma questa volta Carubelli non lo ha detto…) tutte le parti delle macchine, soprattutto il contenitore delle capsule esauste e il gocciolatore”. Da notare che i prodotti Pulycaff si vendono per corrispondenza sul sito della Pulycaff ma anche su Amazon.
Va anche detto che di pulizia delle macchine a capsule si parla molto poco. Nessuno di questi prodotti per casa prevede, per esempio, il fondamentale ciclo di pulizia. Per altro la legge impone l’igienizzazione periodica soltanto delle macchine del Vending.
Per le altre niente ciclo di lavaggio. E per molti costruttori prevedere l’uso dell’indispensabile filtro cieco provocherebbe anche qualche problema.
Ma vediamo in dettaglio quanto emerge dalla una ricerca pubblicata sulla rivista Nature, che chiama in causa proprio la macchina da caffè a capsule e cialde. Capsule e cialde che raccoglierebbero inavvertitamente i microrganismi sul tavolo della cucina e nei luoghi su cui appoggiano, e verrebbero puliti raramente.
Per tali ragioni, avvertono i ricercatori, «le macchine del caffè a cialde sono potenziali vettori di malattie».
Gli studiosi dell’Università di Valencia hanno condotto test dettagliati su queste macchine con sistema a cialde, che ha sostituito la caffettiera a filtro di numerose famiglie.
Tre scienziati, per un anno, hanno effettuato dei test, in ambienti domestici o civili. Ebbene, le nuove macchine si sono rivelate contaminate da 67 a 35 diversi tipi di batteri, tra cui alcuni con proprietà patogene, che possono trasmettere malattie.
Complice il clima caldo umido i batteri si diffondono più facilmente, pertanto non sorprende di trovarne in questo contesto. I batteri nidificano nel vassoio delle capsule. Gli scienziati consigliano, per limitare la contaminazione, di guardare il vassoio delle capsule usate. Questo è dove i batteri, si sviluppano prima della diffusione al resto della macchina.
Come detto un semplice risciacquo non è sufficiente. Si consiglia di pulirlo regolarmente con un prodotto igienizzante se non disinfettante quindi antibatterico, così come la griglia di drenaggio come pure su cui poggia la tazzina.