giovedì 09 Gennaio 2025

Scrive Giorgio Caballini di Sassoferrato: “La candidatura del rito dell’espresso italiano a patrimonio Unesco, questione diventata ormai di principio”

Il conte Giorgio Caballini di Sassoferrato: "Siamo giunti, con questa nostra calvalcata attraverso il decennio di vita del Consorzio e le sue traversie, fino ai giorni nostri. Quest’anno è stato di totale assenza da parte del MASAF e del suo gruppo di lavoro Unesco. Molti contatti cha avevamo consolidato non sono più utili. Abbiamo nuovi riferimenti, si è costituito un nuovo comitato Unesco che si riunirà probabilmente entro la fine di dicembre e dal quale potremo avere informazioni in merito alla nostra candidatura. Almeno così ci auguriamo"

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Il conte Giorgio Caballini di Sassoferrato, presidente del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale, ha scritto una lettera a tutti i soci in occasione dei primi dieci anni di vita dell’organizzazione, ripercorrendone le tappe più significative. Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera.

La lettera del conte Giorgio Caballini di Sassoferrato

“Care socie e cari soci,

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quest’anno il nostro Consorzio ha compiuto 10 anni di vita. Due lustri e tante vicissitudini che ci hanno visti comunque coesi in questo nostro percorso verso la candidatura del Rito del caffè espresso italiano.

consorzio
Il logo del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale

Abbiamo iniziato in pochi, ma convinti e determinati, il 15 settembre 2014 firmando l’Atto Costitutivo e durante questo decennio abbiamo accolto altri imprenditori, altre realtà che hanno creduto e credono nel nostro progetto e che ci sostengono nel superare tutte le battute d’arresto che si presentano da più parti.

Mi piace ripercorre con voi questi anni ricordando le tappe più importanti.

A partire dal 2016, quando abbiamo presentato per la prima volta il dossier di candidatura, allora denominato “Il caffè espresso italiano tradizionale”, alla Commissione Nazionale Italiana Unesco (CNIU) sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (si chiamava così l’attuale MIC). Dossier che lì rimase per ben 3 anni, quando nel marzo 2019 la CNIU decise di riassegnare la candidatura al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo (l’attuale MASAF). Nel corso di quell’anno tante sono state le attività svolte per soddisfare le richieste del Ministero di adeguamento del dossier e, per ampliare il consenso sociale e politico, si tenne una conferenza stampa a Montecitorio alla presenza di tutte le rappresentanze politiche.

A seguito di indicazioni avute dal Ministero nel 2020 nasce la Comunità del Rito (Arte) del caffè espresso italiano tradizionale con la sua Carta dei Valori, documento importante e pregnante di significati per tutte le Comunità rappresentative d’Italia che si costituiranno nel corso di quest’anno.

Il 2021 è l’anno in cui iniziano le trattative con la delegazione napoletana. Lunghe, controverse, combattute, a volte anche aspre nei toni, un lavoro di diplomazia estenuante che ci ha richiesto molte energie e tempo. Ma iniziamo con gennaio, quando il Ministero riceve due candidature che riguardano l’elemento “caffè”: la nostra, denominata “Il Rito e l’Arte del Caffè Espresso Italiano”, e quella de “Il caffè napoletano fra rito e socialità” proposto nel 2019 dalla Comunità emblematica napoletana rappresentata dall’Associazione Gran caffè Gambrinus, dall’Associazione Espresso Napoletano e dall’Accademia Medeaterranea – coadiuvati dalla Regione Campania. A marzo dello stesso anno il Ministero, non riuscendo a far addivenire le due parti ad un dossier comune, presenta entrambe le candidature che vengono rinviate da parte della CNIU. La stessa Commissione invita il Ministero ad approfondire i contatti con i proponenti al fine di condividere un’unica candidatura per il riesame nel 2022.

A seguito di questa decisione, nel corso del 2021 si tengono diversi incontri a Roma tra il Ministero, il Consorzio e la delegazione napoletana per giungere a fine anno ad un unico dossier di candidatura dal titolo “Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche tra Venezia e Napoli”. Titolo imposto dal Ministero, non condiviso dall’allora nostro Consiglio Direttivo e approvato, a maggioranza, in Assemblea dei Soci. E’ stata una decisione sofferta, da parte di tutti noi.

Dopo aver elaborato, bene o male, questo passaggio, iniziamo l’anno 2022 convinti – sia noi che la delegazione napoletana – che è stato fatto un ottimo lavoro di condivisione, forti anche dei complimenti ricevuti dal Gruppo di lavoro Unesco del Ministero, e praticamente certi che questo è l’anno in cui avremo soddisfazione di tutto il nostro impegno. A marzo viene quindi organizzata presso lo stesso Ministero una conferenza stampa a supporto e sostegno della candidatura per la presentazione del dossier. Con l’occasione viene firmata la Carta dei Valori da parte delle Comunità rappresentative d’Italia alla presenza dell’allora Ministro Patuanelli e del Sottosegretario Centinaio. Pochi giorni dopo, la CNIU delibera di candidare a patrimonio immateriale dell’umanità “The art of the italian Opera singing”, una notizia inaspettata e una grande delusione difficile da superare, soprattutto dopo tutte le problematicità che si erano riuscite a oltrepassare.

A gennaio 2023 il Ministero ci informa che Unesco ha definito una nuova linea guida: ogni Stato può presentare una candidatura immateriale ogni due anni, salvo che non sia transnazionale. Pertanto, il Consorzio non può presentare nulla, si dovrà lavorare per il 2024. Salvo poi apprendere la notizia che a marzo dello stesso anno la CNIU ha deliberato la candidatura della cucina italiana, voluta e sostenuta dal Ministro Lollobrigida e dall’ex Ministro Sangiuliano.

Ma non ci siamo arresi nemmeno in questa circostanza. Sempre in quest’anno viene costituito un tavolo di lavoro comune con il Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF), il Ministero della cultura (MIC), il Consorzio e la delegazione napoletana per il perfezionamento dell’attività istruttoria riguardante la proposta di candidatura per l’anno 2024.

Il dossier viene rivisitato in base alle indicazioni ricevute dal MIC e dai nuovi dettami di Unesco e trasmesso al MASAF a marzo 2024 per l’invio alla CNIU. Alla Commissione il dossier, però, non è mai giunto. Il motivo? Non ci è stato reso noto, ma sappiamo per certo che “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” viene iscritta in via definitiva nella lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Siamo giunti, con questa nostra calvalcata attraverso il decennio di vita del Consorzio e le sue traversie, fino ai giorni nostri. Quest’anno è stato di totale assenza da parte del MASAF e del suo gruppo di lavoro Unesco.

Molti contatti cha avevamo consolidato non sono più utili. Abbiamo nuovi riferimenti, si è costituito un nuovo comitato Unesco che si riunirà probabilmente entro la fine di dicembre e dal quale potremo avere informazioni in merito alla nostra candidatura. Almeno così ci auguriamo.

L’Assemblea di Soci, che si è riunita il 6 u.s. in occasione della Convention annuale dei Soci tenutasi a Padova, ha deciso di ripresentare il dossier di candidatura del Rito del caffè italiano a marzo del prossimo anno 2025 con la rivisitazione che sarà necessaria in base al Format ICH che Unesco renderà pubblico a fine gennaio 2025. Nel mentre, ci stiamo attivando per arrivare a marzo prossimo sostenuti politicamente, perché abbiamo capito che questa è la chiave di tutto, quella che ci aprirà la porta per Parigi, quella che ci permetterà l’iscrizione nella Tentative list di Unesco.

Ed eccoci a Natale anche quest’anno. Insieme, malgrado tutto ciò che abbiamo passato, e ancora ancora ancora (non è una ripetizione, ma un rafforzativo) convinti che ce la possiamo fare, che dobbiamo raggiungere il nostro importante obiettivo di far candidare l’amato Rito del caffè espresso italiano a patrimonio immateriale dell’umanità da parte di Unesco. Ormai è diventata una questione di principio, è diventata una di quelle cime da raggiungere a tutti i costi, quella che richiede fatica e sudore, costanza e determinazione, quella che una volta arrivati darà tanta soddisfazione!

Carissime tutte e carissimi tutti, nel ringraziarVi per la fiducia che continuate a manifestarmi e al sostegno che seguitate a rinnovami ad ogni occasione, anche quest’anno giungano a tutti Voi e ai Vostri Cari i miei più sinceri auguri di salute e serenità per il prossimo Santo Natale.

Un caro saluto e buone feste”

                                                                                  Giorgio Caballini di Sassoferrato

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