MILANO – La guerra fa crollare i prezzi del caffè. Mentre volano le quotazioni di petrolio e gas e i mercati finanziari vanno a picco, le borse del caffè subiscono forti ribassi, più accentuati in quella newyorchese. Incide la paura di una crisi energetica, che potrebbe minare la ripresa in un’economia ancora convalescente dai postumi di una pandemia, peraltro non ancora finita.
Si teme per la produzione e i commerci, per l’aggravarsi ulteriore di una crisi logistica già molto seria, per un possibile crollo dei consumi. E l’industria della torrefazione, anch’essa energivora, teme, a ragione, una bolletta che da salata potrebbe diventare proibitiva.
Gli analisti stanno già rivedendo al ribasso le previsioni sulla crescita economica in ragione della guerra
Gli esperti di Oxford Economics hanno tagliato, rispettivamente, dell’1,2% e dello 0,6% le stime di crescita del pil della Russia e delle principali economie europee.
“La domanda di caffè e cioccolato potrebbe risentire della crisi” conferma Michael McDouglas, direttore esecutivo di Paragon Global Markets.
Ma torniamo alle borse. L’Ice Arabica ha lasciato ieri sul terreno 965 punti (-3,9%): il contratto per scadenza maggio è precipitato a 237,90 centesimi, ai minimi dall’inizio del mese. L’Ice Robusta perde 61 dollari e scivola a 2.288 dollari. Su questi ribassi ha inciso anche il rivalutarsi del dollaro.
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