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sabato 02 Novembre 2024
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A Trieste la Fiera dell’espresso apre i battenti nei magazzini della (ex) città proibita

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TRIESTE – Uno scroscio di pioggia ha salutato la giornata inaugurale dell’ottava edizione di TriestEspresso Expo, la più grande di sempre, è stata una festa per tutti con una città affollata come mai prima. Il capoluogo giuliano è in festa, eventi e lavoro.

Il prestigioso evento B2B dedicato alla filiera del caffè espresso vede quest’anno la partecipazione di 202 espositori, in rappresentanza di una ventina di paesi di tutto il mondo.

L’area espositiva è stata incrementa del 15% conquistando nuovi spazi all’interno del Porto Vecchio. Tra giovedì e sabato sono attesi 12-13 mila visitatori professionali.

La cabina di regia è quella, ormai collaudata, di Aries – la Camera di Commercio di Trieste – che quest’anno ha potenziato l’organizzazione e migliorato ulteriormente i servizi portandosi al livello delle analoghe manifestazioni europee.

Triestespresso si avvale inoltre il patrocinio dell’Autorità Portuale di Trieste e gode del supporto dell’ICO, della FIPE, dell’Italian Coffee Association, della SCAE e dell’INEI.

Sala con vista

TriesteEspresso Expo conquista quest’anno anche il Magazzino 26. Il più grande tra tutti gli ex-magazzini del Porto Vecchio – con i suoi 30.000 metri quadrati e un fronte di 244 metri.

Qui, nella panoramica sala congressi (impareggiabile la vista sulle banchine e sul golfo), si è svolto il convegno di apertura. Tema: “TriestEspresso Expo e una filiera unica al mondo dove investire”.

Hanno risposto presente le principali autorità locali. A cominciare dal neoeletto sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, al suo terzo mandato, dopo la parentesi di Roberto Cosolini.

Per proseguire con Antonio Paoletti e Zeno d’Agostino – commissari straordinari, rispettivamente, della Camera di Commercio e dell’Autorità Portuale.

Unica assente, la presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani, sostituita dal consigliere di maggioranza Emiliano Edera.

A fare gli onori di casa, Sandro Capitani, conduttore del popolare programma di Radio Rai “La terra: dal campo alla tavola”.

La città proibita

Il Porto Vecchio di Trieste: un comprensorio di 65 ettari dal grande valore storico e architettonico, con caratteristiche uniche tra le aree portuali del Mediterraneo.

La ex città proibita, come l’ha definita Dipiazza, diventa oggi, grazie alla sdemanializzazione, parte integrante del tessuto urbano triestino.

Una città nella città, alla ricerca di una sua vocazione, che attende imponenti (e complessi) interventi di riqualificazione.

Affinché il sogno diventi realtà sarà fondamentale il gioco di squadra tra governo ed enti locali, come è stato ribadito più volte negli interventi.

Ma anche la capacità – aggiungiamo noi – di calamitare finanziamenti ingenti, sia pubblici che privati.

Il museo nella nave

L’area tra il Magazzino 26 e la centrale idrodinamica, dove ha trovato collocazione la fiera, costituisce il nucleo dei futuri progetti di riuso del Porto Vecchio. Che diventerà anche un importante polo culturale e scientifico.

Tra le ipotesi più suggestive, il possibile arrivo della famosa nave della Regia Marina “Vittorio Veneto“, che verrebbe trasformata in una struttura museale”.

L’idea è stata prospettata, la scorsa primavera, dal ministro della Difesa Roberta Pinotti e confermata ieri dallo stesso Dipiazza, che ha anche citato il possibile arrivo di parte delle attività dell’Area di Ricerca triestina.

Mercato in deficit

Dall’atteso intervento del direttore esecutivo dell’Organizzazione internazionale del Caffè, Robério Oliveira Silva – seguito all’introduzione del presidente dell’Associazione Caffè Trieste Fabrizio Polojaz – ci aspettavamo nuove cifre aggiornate sui mercati.

Ma il numero uno dell’ICO – anche in ragione della complessa operazione di revisione statistica in atto da parte dall’organizzazione londinese – ha preferito limitarsi ai dati essenziali. Evitando slide e tabelle.

Nessuna ulteriore novità dunque rispetto ai numeri già indicati nel report mensile della settimana scorsa, che rileva, per il secondo anno consecutivo, un deficit globale, con la domanda che ha sopravanzato l’offerta di 3,3 milioni di sacchi nel 2015/16. Il mercato rimane ben approvvigionato, grazie ai surplus del 2012/13 e 2013/14.

Agli attuali ritmi di crescita (poco meno del 2% annuo), c’è spazio per un incremento dei consumi nell’ordine dei 25 milioni di sacchi nell’arco dei prossimi 10 anni, ammesso che la produzione riesca a tenere il passo.

Cosa non scontata, come dimostra un nuovo studio dell’ICO – citato da Silva – dal quale emergono i crescenti problemi di sostenibilità dei produttori, che in alcuni Paesi stentano addirittura a coprire i costi. Ma non è una novità.

Apprezzamento per l’Italia

Dal direttore esecutivo dell’ICO, infine, parole di elogio per l’Italia e il ruolo avuto dal nostro paese nel varo della Giornata Mondiale del Caffè e delle altre iniziative che hanno visto la luce nel contesto del Global Coffee Forum milanese organizzato dal Comitato Italiano del Caffè.

Gli ambasciatori

Ben due ambasciatori tra i relatori del convegno -quello colombiano, Juan Mesa Zuleta, e quello indonesiano, August Parengkuan – a riprova dell’importanza strategica attribuita alla rassegna triestina dalla diplomazia e dall’industria del terzo e del quarto produttore mondiale di caffè.

Da entrambi grande apprezzamento per l’Italia e per la sua cultura del caffè (“il caffè italiano è quello che preferisco” ha dichiarato Parengkuan), che li interessa anche in funzione dello sviluppo dei consumi interni (in crescita in entrambi i paesi, ndr.).

Gemellaggio tra capitali?

A conquistare la scena, in chiusura di convegno, il vibrante intervento di José Octavio Cardona León – primo cittadino di Manizales, città considerata la capitale colombiana del caffè.

Un omaggio sincero, il suo, alla tempra e alla tenacia dei cafeteros, reso ancora più appassionato dalle origini contadine.

E chissà – come ha detto qualcuno – che dall’auspicio finale di una partnership tra Manizales e Trieste, espresso da Léon, non possa nascere un futuro gemellaggio tra le due città.

Ad accomunarle, oltre al fatto di essere entrambe “capitali del caffè”, l’elevata qualità della vita e dei servizi, e la vocazione alla ricerca avanzata (Manizales è sede del Cenicafé, uno dei più prestigiosi istituti al mondo per le ricerche nel campo del caffè, ndr.).

Giornalisti a lezione di caffè

Nel pomeriggio, la sala congressi ha lasciato spazio all’evento “La filiera del caffè nel racconto dei media: l’esempio di Trieste Capitale del Caffè”, organizzato in collaborazione tra Ordine dei giornalisti del FVG, TriestEspresso Expo e Trieste Coffee Festival.

Davanti a una platea di oltre un centinaio di giornalisti si sono susseguiti – fra teoria e pratica – gli interventi di Alberto Polojac, Fabrizio Polojaz, Gianni Pistrini, Edy Bieker, Furio Suggi Liverani e il professor Giorgio Graziosi.

Un’importante occasione formativa, che ha contribuito a far conoscere meglio il complesso e affascinante mondo del caffè a un numero significativo di operatori del mondo dell’informazione presenti.

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