MILANO – Porterà il nome di Michele e Pietro Ferrero il nuovo ospedale di Verduno (Cuneo), attualmente in corso di ultimazione. Intanto, la famiglia Ferrero, dopo la donazione da 5 milioni di euro, ha formalizzato il proprio ingresso tra i 60 soci della Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra. Quali le finalità di questa onlus? Leggiamo assieme quanto scrive il quotidiano online targato.cn.
Un ingresso prestigioso e che una volta di più certifica la capacità del territorio di Langhe e Roero di fare squadra attorno a un’importante obiettivo comune. Qual è quello di creare un ospedale di eccellenza a servizio della nostra popolazione”.
Con queste parole Bruno Ceretto e Luciano Scalise, presidente e direttore della Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra Onlus, salutano la notizia dell’ingresso della multinazionale dolciaria all’interno della platea di soci della onlus che dal 2008 affianca l’Asl Cn2 nella realizzazione dell’ospedale unico a servizio dei comprensori albese e braidese.
Ingresso che avviene tramite la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero
col suo direttore generale Bartolomeo Salomone; quest’ultimo da poche settimane presidente anche di Ferrero Spa
Una decisione, quella formalizzata negli ultimi giorni dello scorso anno, che ancora una volta conferma la vicinanza della famiglia industriale alle sorti della struttura sanitaria. Struttura che peraltro, per volere dei 76 primi cittadini che compongono la Conferenza dei sindaci dell’Asl Cn2, porterà il nome dei compianti Michele e Pietro Ferrero.
Una vicinanza che fa seguito alla generosa donazione – 5 milioni di euro – con la quale a fine 2018 Maria Franca e Giovanni Ferrero testimoniarono la volontà di essere alla fianco della onlus. Con l’importante obiettivo di fare di Verduno qualcosa di più della semplice unione degli attuali ospedali di Alba e Bra.
L’azionariato della onlus sale a 60 soci
Con l’ingresso di Ferrero e quello, di poco precedente, deciso da Banca d’Alba col suo presidente Tino Cornaglia, l’azionariato della onlus è salito a quota 60 soci. “Una platea importante, rappresentativa dell’intero territorio”, spiega Luciano Scalise. Che annuncia intanto che il totale delle donazioni raccolte finora dall’ente di piazza Carlo e Franco Miroglio ha superato l’importante traguardo dei 24 milioni di euro.
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“Quest’ultimo è un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi”, spiega Scalise. Ricordando altresì che Verduno diventerà “il primo ospedale piemontese a poter disporre di questa fondamentale dotazione pur non essendo capoluogo di provincia”.
Su 40 nosocomi attivi nella nostra regione, solo 10 dispongono infatti delle costosissime strumentazioni necessarie a questo tipo di cura dei pazienti oncologi. Due sono a Torino (Molinette e “Sant’Anna”, un terzo è all’Irccs di Candiolo); gli altri 7 nei rimanenti capoluoghi di provincia piemontesi.