Il settore è ripartito sulla spinta del turismo e grazie alla voglia degli italiani di mangiare e bere fuori casa che non sembra essere troppo frenata da crisi e inflazione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Emiliano Sgambato pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore.
La ripresa nel settore food&beverage
MILANO – Arrivano importanti segnali di ripresa per i distributori di alimenti e bevande legati a bar e ristoranti. Un settore che ovviamente è legato a doppio filo con il business della ristorazione, dove la crisi si sente ma sta probabilmente colpendo meno del previsto: se ancora non sono stati raggiunti i livelli pre Covid, la strada intrapresa sembra però quella giusta, con gli italiani che non stanno mettendo ai primi posti dei tagli al bilancio familiare le occasioni di incontro fuori casa. E a dare una grossa mano c’è anche il ritorno dei turisti.
Ma gli effetti dell’inflazione si fanno comunque sentire con i costi che aumentano e che non possono essere trasferiti completamente sui prezzi finali, dato che i clienti stanno appunto perdendo potere d’acquisto. Un rebus difficile da risolvere senza un buon grado di investimenti in soluzioni innovative ed efficienti.
I distributori devono infatti sapersi rinnovare e stare al passo con le nuove esigenze degli operatori (soprattutto del food retail) che per crescere stano puntano su innovazione e digitalizzazione.
Distribuzione cruciali per bar e ristoranti
Secondo un rapporto elaborato da Censis e Italgrob (l’associazione aderente a Confindustria che raggruppa di distributori del settore horeca, che sta per hotel, restaurant e cafè, ndr) la filiera dei consumi fuori casa è “una grande opportunità per il rilancio italiano”. Si contano 3.800 imprese di distribuzione per oltre 60mila addetti e 17 miliardi di euro di fatturato: una parte importante del settore horeca, che comprende circa 330mila pubblici esercizi e 1,4 milioni di occupati.
La spesa delle famiglie per mangiare e bere fuori casa nel 2022 è stata pari – secondo l’ultimo rapporto della Fipe (Federazione pubblici esercizi) – a 84 miliardi di euro (con un valore aggiunto in crescita del 18% sul 2021 ma un fatturato ancora sotto del 4% sul 2019 e al lordo dell’inflazione).
Secondo il Rapporto Censis-Italgrob, il fuori casa è ripartito “rimodulando l’offerta sulle esigenze dei cittadini, anche grazie alla distribuzione horeca che, connettendo industrie produttrici e imprese, ha garantito l’approvvigionamento di cibi e bevande a costi sostenibili per imprese piccole e piccolissime alle prese con enormi difficoltà a seguito dell’ondata inflazionistica”. Inoltre il settore “ha saputo adattarsi ai profondi cambiamenti dei consumi, mostrandosi altresì attento alla sostenibilità”.