MILANO – La chiave per affrontare il cambiamento climatico, rendendo i chicchi maggiormente resilienti a questo fattore di rischio, potrebbe esser quella di spostare le zone di coltivazione su altitudini più alte in Etiopia. Almeno questo è ciò che alcuni gruppi di ricerca suggeriscono in uno studio citato sul sito eos.org, con focus sugli effetti di questo fenomeno sul paesaggio del caffè etiope.
Etiopia: gli studiosi hanno applicato le alte emissioni del modello climatico Representive concentration pathway 8.5
Ovvero uno schema che prospetta un incremento delle temperature di circa 2 gradi centigradi in cinquantanni, nella maggior parte dell’Africa. Un aumento che potrebbe raggiungere i 4 gradi alla fine del secolo. Questo cambiamento potrebbe rendere incoltivabile il 59% del terreno destinato al chicco in Etiopia. Così afferma il coautore Sebsede Demissew, uno scienziato e professore all’Università Addis Ababa.
Etiopia, la casa dell’Arabica
In origine una pianta che cresceva solo nelle zone più elevate e che oggi è la specie più coltivata al mondo. L’Arabica e le altre varietà botaniche provengono per il 30% dalle esportazioni dell’Etiopia, raggiungendo circa 240 tonnellate di caffè nel 2019.
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