Il livello del Pil è superiore del 2,5% rispetto a quello del quarto trimestre del 2019: un risultato che è frutto della resilienza delle imprese del terziario. Tuttavia, ci sono ancora diversi punti in cui migliorare: restano, ad esempio, ancora indietro i consumi che, nella media dello scorso anno, risultano inferiori di circa venti miliardi di euro rispetto al 2019. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata da Marco Barbieri per Il Riformista.
La ripresa del settore terziario in Italia
MILANO – C’è un’Italia che sta tornando a crescere, che batte le previsioni e supera le aspettative. Il primo trimestre del 2023 è migliore delle attese. Il nostro livello del Pil è superiore del 2,5% rispetto a quello del quarto trimestre del 2019 recuperando i livelli pre-pandemia e facendo meglio di altri paesi. Un risultato che è frutto della resilienza delle imprese del terziario e della loro capacità di reazione, ma anche della collaborazione tra buone politiche pubbliche e iniziativa privata.
Restano, però – come ha ricordato il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli nella sua relazione durante l’assemblea pubblica di mercoledì 7 giugno a Roma – ancora indietro i consumi che, nella media dello scorso anno, risultano inferiori di circa venti miliardi di euro rispetto al 2019. E i consumi rallentano a causa dell’inflazione, che erode il potere d’acquisto.
La crescita degli occupati nel 2022, rispetto al 2020, è stata di quasi un milione e 800mila unità. E per il 76,4% è merito delle imprese del terziario, un settore tra i più colpiti dalle crisi che si sono susseguite negli ultimi anni ma in grado di dare ampio spazio per nuova occupazione. È proprio il terziario di mercato che sta vivendo una continua carenza di personale.
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