MILANO – La Colombia stenta a ripartire e Usda taglia le stime. Il report semi annuale del servizio informativo estero del dipartimento Usa dell’agricoltura evidenzia le perduranti difficoltà, che minano la ripresa produttiva del primo coltivatore mondiale di caffè arabica lavati. Il ministero americano stima ora in 10,7 milioni di sacchi il raccolto colombiano 2022/23: 600 mila sacchi in meno rispetto alla previsione del giugno scorso.
Le piogge eccessive e la minore insolazione, per la forte nuvolosità portata dal fenomeno La Niña, hanno avuto un impatto sulla produttività peggiore del previsto.
A ciò va aggiunto il minore utilizzo di fertilizzanti, a causa dei rincari generati dalla guerra in Ucraina.
E nell’annata in corso? Per il 2023/24 (ottobre-settembre), Usda prevede una parziale ripresa (+7,5%), a 11,5 milioni di sacchi.
Nel primo trimestre 2024, il tempo più secco e la maggiore insolazione, determinata dall’arrivo del fenomeno El Niño, favorirà la fioritura del raccolto principale, che arriverà nella seconda metà dell’anno.
Ma la crescita rimarrà modesta, poiché la siccità potrebbe, a sua volta, incidere negativamente.
Secondo l’Istituto colombiano di meteorologia, El Niño porterà, con l’anno nuovo, temperature superiori alla media e una riduzione sino al 30% della quantità di precipitazioni rispetto ai valori storici.
I cafeteros dovranno inoltre fare i conti con i perduranti attacchi della scolite del caffè (Hypothenemus hampeii), un piccolo coleottero di 2,5/3 mm, che danneggia le ciliegie verdi, con conseguenze sia sulla quantità che sulla qualità.
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