MILANO – La Federazione nazionale dei produttori di caffè della Colombia ha, da meno di un mese, un nuovo direttore esecutivo. Si tratta di Roberto Vélez Vallejo (nella foto), diplomatico di grande esperienza, che prende il posto di Genaro Muñoz Ortega, uscito di scena lo scorso mese di maggio, a seguito di forti pressioni politiche e istituzionali.
La designazione, da parte dei delegati dipartimentali, è avvenuta nel corso di una sessione straordinaria (per la cronaca la LXXXI) del Congresso nazionale dei produttori di caffè, che ha costituito l’atto finale di un lungo processo di selezione iniziato a luglio, con il deposito delle candidature.
Una prima scrematura è avvenuta ad opera del Comitato direttivo della Federazione, che ha selezionato gli 8 candidati con le migliori credenziali.
Questa short list è stata sottoposta al Comitato nazionale dei produttori (composto dai delegati stessi, dai rappresentanti dei dicasteri delle finanze, dell’agricoltura e dell’industria, nonché dal direttore della Pianificazione nazionale), che ha designato i tre candidati finali: Adriana Mejía Cuartas, Luis Guillermo Vélez Cabrera e, per l’appunto, Roberto Vélez Vallejo.
Scontato l’esito del voto del Congresso, che ha designato Vélez per acclamazione.
Che la sua fosse una candidatura blindata lo si era capito d’altronde sin dall’inizio. Per assumere la guida della Federazione, Vélez ha rinunciato al prestigioso incarico di ambasciatore in Giappone (in precedenza aveva ricoperto la stessa carica anche in Malesia e negli Emirati).
Una decisione che non deve stupire, poiché – come già scritto – quella di direttore generale di Fedecafé è una carica ambita e di grande prestigio, che può preludere a una carriera politico-istituzionale di altissimo livello.
Nel discorso di investitura, il nuovo “zar del caffè” (come lo hanno ribattezzato i media colombiani) ha sostenuto l’esigenza di ricompattare il sodalizio dei cafeteros, ma anche di rafforzare il rapporto con la base recependo maggiormente le sue esigenze.
“L’unica cosa importante è che il produttore abbia la consapevolezza che la Federazione è al suo servizio e opera nel suo esclusivo interesse” ha sottolineato Vélez, che ha lavorato per anni al servizio della Federazione come direttore in Asia e responsabile commerciale.
Il primo atto della nuova dirigenza sarà una riflessione approfondita sulle esigenze del settore e sulle conclusioni della Missione di studio voluta lo scorso anno dal governo. Sul tavolo del direttore esecutivo ci sono inoltre numerosi dossier aperti, primo fra tutti quello relativo al nuovo contratto per il Fondo nazionale del caffè, la cassaforte finanziaria della Federazione.
Ma la partita più importante è quella che dovrà giocare a nei palazzi governativi di Bogotá, dove sarà chiamato a dare voce alle istanze dei cafeteros in modo più efficace rispetto a Muñoz, il cui operato, in tale ambito, è stato giudicato insufficiente da buona parte della base.
Il tutto dovendo fare i conti con il Movimento nazionale per la difesa e la dignità del settore del caffè (Dignidad Cafetera), che potrebbe tornare alla carica qualora vedesse disattese le proprie rivendicazioni.
Juan Valdez apre il 100° locale estero
Prosegue intanto l’espansione globale dei marchi di Café de Colombia. È notizia dello scorso mese, l’inaugurazione del centesimo locale estero della catena Juan Valdez Café, che ha aperto i battenti nella capitale paraguayana di Asunción.
Negli stessi giorni, ha acceso le sue insegne anche la seconda caffetteria Juan Valdez in Malesia, che sorge nel cuore di un prestigioso distretto commerciale di Kuala Lumpur, non lontano dalle celebri Petronas towers.
La catena Juan Valdez conta un totale di 326 locali in 16 paesi di tutto il mondo.
