di MICHELE WEISS
Può un mito del teatro classico come Goldoni azzeccarci con l’Expo? Secondo Maurizio Scaparro, regista de “La Bottega del caffè”, (nella FOTO al centro della scena, Pino Micol) prima nazionale al Piccolo Teatro Grassi, la risposta è affermativa, visto che «il caffè (e il commercio) significano la vita».
Per questa nuova edizione della commedia, tra le più note del drammaturgo veneziano, il regista spiega di aver accentuato i caratteri di universalità e ironia contenuti nell’opera, scritta nel 1750 con l’ambizione di smitizzare Venezia, che a suo dire ormai girava tutta intorno alle botteghe, interessata solo al soldo.
E così largo ai vizi umani del caso, comicamente traboccanti nei caratteri della pièce, a partire dal protagonista Don Marzio, abile scrutatore (o meglio spione) di fatti, ipocrisie e stravaganze dei concittadini.
Patrocinata dall’Expo 2015 e per questo sottotitolata in inglese, la “Bottega del caffè” si avvale delle musiche del premio Oscar Nicola Piovani e delle scenografie e dei costumi di Lorenzo Cutùli, fresco vincitore dell’International Opera Awards.
Info: Via Rovello 2, Milano fino al 21 giugno, 26/33 euro, tel. 848-800304