Il caffè Kopi Luwak potrebbe presto diventare sintetico e lasciarsi la crudeltà animale dietro le spalle. È l’idea di Camille Delebecque, un giovane biologo che ha deciso di salvare gli zibetti sfruttati
nell’industria del caffè più costoso del mondo dopo aver visitato una fattoria degli orrori durante un viaggio in Indonesia.
L’esperienza fu così terrificante che l’esperto decise di dover pensare con tutte le sue forze a delle alternat sintetico. Lo racconta in una recente intervisita a Wired. Per fare questo ‘pregiato’ caffè, infatti, gli animali sono spesso catturati in natura e rinchiusi in piccole gabbie sterili e sudice. Sono privati di tutto ciò che è essenziale per il loro benessere, compreso il movimento e un ampio ambiente naturale.
Presentano comportamenti nevrotici tipici della cattività, come l’ondeggiamento della testa, sintomo di noia e depressione. Inoltre gli zibetti, animali frugivori, sono costretti a seguire una dieta debilitante fatta solo di chicchi di caffè. E Delebecque ha deciso di dire basta a tutto questo.
Dopo aver condotto alcuni esperimenti fai da te nella sua cucina, ha deciso di dar vita a una società. Ha collaborato con Sophie Deterre, scienziata alimentare esperta di aromi, per sviluppare un processo di fermentazione che imitasse alcuni dei cambiamenti che si verificano quando i chicchi di caffè attraversano il tratto digestivo di un zibetto.
Delebecque si è rifiutato di offrire informazioni specifiche sui microbi che sta utilizzando. La sua società si chiama Afineur e spera di vendere il suo prodotto cruelty free entro la fine dell’anno.