LUSSEMBURGO – Un giorno, forse, qualcuno potrà copiare anche il Kitkat Ruby: quello fatto con le fave di cacao color rubino, lanciato prima sul mercato giapponese in edizione limitata, in occasione di S. Valentino, e questa settimana anche in Europa.
Per ora, Nestlé si vede sfuggire di mano “solo” la forma su cui ha basato la fortuna dello snack. Forma contraddistinta da “quattro barre trapezoidali allineate su una base rettangolare”.
Il tutto, in una battaglia per la proprietà intellettuale che dal 2012 la oppone a Cadbury/Mondelēz.
Le “quattro dita” non sono un tratto distintivo
Forma costituita dalle celebri “quattro dita”, che secondo la concorrenza non sono un tratto distintivo. E non meritano dunque il riconoscimento del marchio comunitario, concesso nel 2006 e sospeso dal tribunale Ue, in attesa di una decisione definitiva.
Oggi l’avvocato Melchior Wathelet, consulente legale della Corte di giustizia dell’Unione Europea, ha invitato i giudici a respingere l’appello di Nestlé, decisa a difendere il marchio come “suo”. Se venisse ascoltato, le verrebbe invece revocato.
Sarebbe una doppia beffa, visto che, su ammissione dello stesso Wathelet, il ricorso di Mondelēz che ha portato fin qui avrebbe dovuto essere dichiarato inammissibile, non essendo la società parte lesa né sconfitta in una causa.
Sara Bracchetti