Arriva la protesta dei lavoratori dello stabilimento Kimbo di Melito di Napoli dopo tre giorni di sciopero dalla categoria dell’agroindustria. Il presidio del 26 ottobre è stato approvato dalla Flai Cgil Campania e Napoli. Il motivo della protesta è la mancata approvazione del bilancio, il quale è ancora attualmente oggetto di discussione dei soci dell’azienda della torrefazione. In tarda serata del 27 ottobre Kimbo ha emesso un comunicato relativo alla vicenda e che pubblichiamo sotto la notizia. Intanto leggiamo di seguito l’articolo del portale Collettiva, organo del sindacato che ha promosso la protesta.
NAPOLI – Presidio la mattina del 26 ottobre dei lavoratori dello stabilimento Kimbo di Melito di Napoli, promosso dalla Flai Cgil Campania e Napoli, al culmine di tre giorni di sciopero indetti dalla categoria dell’agroindustria, preoccupata per il futuro del sito produttivo alle porte di Napoli.
A innescare la protesta la mancata approvazione del bilancio, che è in discussione oggi nella terza e ultima assemblea dei soci dell’azienda di torrefazione. I lavoratori hanno esposto uno striscione in cui chiedono la verità all’azienda, intonando cori e bloccando per alcuni minuti la circolazione.
“Dopo la proclamazione dello sciopero da parte della Flai, tre giorni fa – ha detto Angelo Savio, segretario Flai Campania e Napoli -, i lavoratori dello stabilimento Kimbo di Melito di Napoli sono in presidio in occasione dell’ultima assemblea dei soci che dovrà approvare il bilancio, da cui dipenderà il futuro del sito produttivo, che impiega circa 250 fra lavoratori e lavoratrici. Oltre all’approvazione del bilancio, abbiamo forti perplessità sul futuro e lo sviluppo in questo territorio”.
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La replica di Kimbo diffusa nella serata di martedì 27
In risposta a quanto uscito sulla stampa, Kimbo replica:
“Leggiamo sulla stampa locale a nome dei sindacati Flai-Cgil Campania che gli stessi si dicono preoccupati per il futuro dello stabilimento di Napoli-Melito e chiedono “verità” all’azienda. Il Consiglio di Amministrazione comprende e non critica le iniziative sindacali e gli stati di agitazione promossi, assolutamente nei loro diritti, purché improntati a liceità e verità. Non possiamo infatti omettere l’estremo stupore e la delusione nel leggere che gli stessi sindacati chiedono alla società “verità” dopo essere stati messi al corrente, più e più volte, delle reali ragioni che ancora ad oggi non hanno portato all’approvazione del bilancio.
Pertanto, riteniamo che tali dichiarazioni siano purtroppo indotte dalla rappresentazione di una “realtà” distorta.
Gli stessi sindacati sanno perfettamente che l’Amministratore Delegato, internamente supportato, lavora da mesi alacremente alla ricerca di soluzioni che garantiscano la continuità aziendale e l’assoluto mantenimento dei livelli occupazionali, mai messi in discussione. Si spera che la legittima dialettica tra le parti resti pertanto improntata al vero, al netto di strumentalizzazioni di sorta”.
