MILANO – Kenya protagonista, la settimana scorsa, sulla scena mondiale del caffè. L’occasione è stata la dodicesima edizione dell’African Fine Coffee Conference and Exhibition dell’Afca (African Fine Coffee Association), che si è svolta al Safari Park Hotel di Nairobi dal 12 al 14 gennaio.
La grande kermesse ha ospitato anche i campionati nazionali di caffetteria e l’Africa Barista Challenge. Per la cronaca, nelle finali nazionali si è imposto Martin Shabaya, della catena Artcaffè, che rappresenterà il paese africano ai prossimi mondiali di Seattle.
A margine dell’evento, il segretario di gabinetto all’agricoltura Felix Koskei ha annunciato un vasto piano di rilancio del settore del caffè keniano. Obiettivo: raddoppiare la produzione nell’arco dei prossimi 5 anni portandola a 100 mila tonnellate entro la fine del decennio.
“Vogliamo rivitalizzare il comparto e riportarlo ai livelli produttivi degli anni ottanta, quando il caffè era uno delle prime fonti di introiti valutari del paese” ha spiegato Koskei ai giornalisti.
La produzione keniana ha toccato il suo picco nel 1989, con un raccolto di 130 mila tonnellate. Negli ultimi 25 anni, la produzione è stata perlopiù in declino pagando la perdita di competitività e il ridursi dei suoli fertili, oltre che varie opacità di sistema. Attualmente, la filiera del caffè contribuisce per l’1% circa al pil nazionale.
Il nuovo piano al varo del governo di Nairobi prende il nome di Progetto Integrale per la Produttività del Caffè (Icpp nell’acronimo inglese) e prevede l’espansione delle superfici coltivate, la distribuzione di materiale genetico selezionato, l’estensione dei crediti agevolati a tutti i soggetti della filiera, la diffusione di pratiche agricole più avanzate attraverso la formazione dei produttori.
Il progetto incoraggerà inoltre i contadini ad associare altre colture al caffè, in modo da attutire gli effetti negativi dovuti alle oscillazioni dei prezzi.
Il presidente keniano Uhuru Kenyatta ha dichiarato che l’applicazione dell’Icpp porterà benefici certi alle circa 700 mila famiglie che guadagnano da vivere grazie alle attività della filiera.
La tre giorni di Nairobi ha consentito di tracciare lo stato dell’arte dell’industria africana del caffè. Dai contributi degli oratori è emersa la comune volontà di rilanciare ruolo, peso e prestigio di questo continente nei mercati mondiali.
Il Segretario dell’Organizzazione Interafricana del Caffè Frederick Kawuma ha rilevato come l’Africa contribuisca attualmente ad appena l’11% del commercio globale di caffè.
“Nel medio termine intendiamo portare questa quota al 20%” ha concluso lo stesso Kawuma.