VICENZA – Julius Meinl compie 160 anni e festeggia aprendo le porte del suo centro di produzione a Vicenza per un coffee tour alla scoperta dei segreti che si celano nella torrefazione che è austriaca ma ha il cuore produttivo in Italia. In Europa il primo paese su cui punta l’azienda è proprio l’Italia dove a Vicenza ha sede lo stabilimento più all’avanguardia e sintomo del made in Italy che contraddistingue i prodotti Julius Meinl. Il valore fondante della strategia per il futuro resta la sostenibilità, un impegno reale e concreto per rendere il mondo un posto migliore per le future generazioni.
La storia di Julius Meinl
Correva l’anno 1862 quando Julius Meinl I rivoluzionò il mondo del caffè attraverso un processo per la tostatura dei chicchi sviluppato da lui stesso, nel suo negozio nel centro di Vienna.
Julius Meinl, che da oltre un secolo e mezzo tramanda di generazione in generazione il proprio know-how e la propria passione per il caffè, oggi, sotto la guida di Christina Meinl (Managing Director e alla quinta generazione), come allora, continua la sua ricerca per produrre un torrefatto di altissima qualità e offrire un’esperienza significativa agli amanti del caffè. L’azienda trova la sua strada in Italia nel 1947 con l’acquisizione del marchio storico Caffè del Moro.
L’Italia paese chiave nella strategia di crescita
Dunque adesso la marca viennese ha il cuore produttivo a Vicenza dove celebra i suoi 160 anni di esperienza e dove rivela quanto l’Italia negli anni sia diventato un paese fondamentale, soprattutto nella sua strategia di sviluppo aziendale nei prossimi 5 anni. Il nostroi Paese è il primo in Europa su cui punta Julius Meinl, sia per una produzione di altissima qualità, garantita dallo stabilimento di Vicenza, sia per i volumi di consumo di buon caffè bevuto in Italia.
Alessandro Rettore, head of Group Production di Julius Meinl Italia, ha dato il benvenuto alle porte del sito della produzione affermando che: “Nello stabilimento italiano, fiore all’occhiello dell’azienda, viene prodotto l’87% del caffe commercializzato dal gruppo in tutto il mondo: circa 13mila tonnellate l’anno. Il caffè viene principalmente da Centro America (Brasile in primo piano), Africa, India e Vietnam. Ci sono all’incirca 28 origini in uso. Il caffè crudo del Gruppo arriva tutto a Vicenza per il suo ben dimensionato impianto di pulizia e selezione che è in grado di leggere forma e dimensione dei chicchi.”
La produzione Julius Mein: numeri alla mano
Alessandro Rettore ci accompagna nel cuore e nell’anima dell’impianto Julius Meinl e afferma con una punta d’orgoglio: “La maggior parte del caffè viene pulito e selezionato e rimane poi a Vicenza per la tostatura; l’altra parte, invece, è destinata allo stabilimento di Vienna. La capitale austriaca è specializzata nella produzione di caffè di alta gamma: la miscela 1862 viene prodotta nello stabilimento di Vienna. Vicenza è più orientata verso la Premium e tutto il resto. Qui abbiamo una produzione di circa 32 tonnellate di caffè tostate al giorno e a Vienna c’è una produzione pari a un quarto della cifra in Italia.”
E l’Italia è il terzo paese per fatturato a contribuire ai ricavi mondo 2021. Fuori dall’UE sono gli Stati Uniti il paese su cui Julius Meinl punta il suo sviluppo aziendale anche grazie a recenti importanti acquisizioni nell’out of home a fine 2021 in Florida, a conferma, che anche fuori dall’UE, il settore horeca resta un focus importante per l’azienda.
La sessione di assaggio
Il coffee tour è proseguito grazie alla presenza di Andreas Karanikolas, Industrial group development manager coffee quality expert, che ha mostrato la preparazione delle miscele di arabica e robusta per il cupping alla brasiliana con una sessione di assaggi con l’aiuto del coffee expert, Andrej Godina.
Godina afferma: “L’assaggio alla brasiliana nasce nei paesi d’origine del caffè. Un metodo che è stato inventato alla fine dell’800 in Brasile. L’assaggio determina la qualità del caffè del verde che poi va a determinare il prezzo. Questo metodo prevede l’infusione del caffè macinato con l’acqua per un periodo lungo. Non assomiglia neppure lontanamente a una moka o un caffè filtro.”
I Paesi d’origine
“Questa modalità di estrazione è stata inventata per essere facile da preparare. I Paesi d’origine del caffè spesso non sono forniti di equipaggiamento all’avanguardia: sono cooperative in zone remote dell’America, in altura o in pianura. Per questa modalità di estrazione basta accendere il fuoco per tostare il caffè su una pentola e per scaldare l’acqua e, soprattutto, un mortaio per frantumare i chicchi di caffè.”
Per eseguire l’assaggio alla brasiliana, ci racconta ancora Godina, è necessario macinare il caffè e versarlo in una tazza contenente 150ml di acqua di prima bollitura (bollita una sola volta) fra 93 e 95 gradi. Poi si effettua il primo test olfattivo, spostando piano, con il cucchiaio da assaggio, la crosta di caffè che si è formata sulla tazza.
Le miscele Julius Meinl
Dopo che il caffè viene versato, con due cucchiai da assaggio si toglie delicatamente la crosta dalla tazza e si effettua il vero e proprio assaggio del caffè, vaporizzando cioè aspirando con forza il liquido in modo da fargli raggiungere più papille gustative possibile.
Il coffee tour di Julius Meinl prosegue con l’assaggio di alcune delle miscele della torrefazione tra cui la Supreme, la Poesia e la Bio Fairtrade.
- Supreme è caratterizzata da un flavore di cacao, nocciola tostata, zucchero moscovado e si tratta di una 100% Arabica Brasile.
- Poesia, d’altro canto, è caratterizzata dai flavori bergamotto, nocciola tostata, cioccolato, mandorla.
- Bio Fairtrade, capsula compatibile Nespresso, è caratterizzata da agrumi, biscotto, caramello e cioccolato.
Particolare enfasi è stata data all’estrazione com il filtro. Jacopo Indelicato, brand ambassador Julius Meinl, prende la parola: “Per eseguire una corretta estrazione è consigliabile macinare il caffè sul momento. Il motivo è semplice: dopo 15 minuti che il caffè macinato rimane a contatto con l’ossigeno avviene una perdita grandissima degli aromi. Si parla di un 70% di perdita complessiva. Subito dopo si utilizza il V60: un cono con un angolo di 60 gradi caratterizzato da delle scanalature che gli impediscono di andare a creare il vuoto. Per prima cosa si scalda l’acqua a circa 92 gradi. Dopo aver bagnato leggermente il filtro (per eliminare eventuali sentori di carta e scaldare la caraffa sottostante), si elimina l’acqua dalla caraffa e si versa nel caffè macinato. In seguito si completa l’estrazione fino a raggiungere la brew ratio ideale: il rapporto tra acqua e caffè macinato migliore.”
La Guida del Camaleonte
Durante gli assaggi, Andrej Godina coglie l’occasione per parlare della Guida del Camaleonte (di cui abbiamo parlato qui): la prima bussola per orientarsi all’interno di un settore vasto come quello della torrefazione italiana, composta da una grande costellazione di protagonisti. L’azienda Julius Meinl occupa uno spazio di rilievo considerando che ha vinto il premio di torrefazione dell’anno per la coerenza qualitativa dell’intera gamma prodotti presentata sulla Guida del Camaleonte.
L’esperto del caffè Mauro Illiano prende la parola: “Julius Meinl è la filosofia perfetta per l’eccellenza della torrefazione su tutta la gamma. L’azienda ha spedito alla Guida del Camaleonte dieci prodotti che si sono rivelati non solo sufficienti ma altamente performanti e distinti da una qualità elevata”.
Julius Mein: non c’è futuro senza sostenibilità
I festeggiamenti proseguono con la rinnovata miscela storica 1862 Vienna, un blend di chicchi 100% Arabica, provenienti prevalentemente dalla Colombia. Non solo un omaggio alla tradizione, al patrimonio e all’eccellenza del gusto, ma una scelta che permette a Julius Meinl di continuare a sostenere gli agricoltori colombiani attraverso il Colombian Heritage Project.
Per Julius Meinl, la produzione di caffè di alta qualità non può non prescindere da un’attenzione alla sostenibilità a 360°, ed è per questo che nella Giornata internazionale del caffè, l’azienda rende concreto il proprio impegno con un’iniziativa green che aiuta gli operatori horeca a compensare le emissioni di CO2 attraverso un progetto di riforestazione in Tanzania dove verranno messi a dimora 20mila arbusti per compensare in 10 anni ca 1.2 tonnellate di CO2.
I nuovi progetti Julius Meinl
La sostenibilità guida Julius Meinl anche nello sviluppo dei propri prodotti, un aspetto che fin dalla sua nascita ha plasmato la storia dell’azienda. Nel processo di riduzione dell’impatto ambientale, la tecnologia ricopre un ruolo primario per la torrefazione viennese, consentendo di rendere sempre più efficiente ogni passaggio nella catena di valore.
Ed è proprio in quest’ottica che sono pensate le capsule Zero Waste compostabili e biodegradabili al 100%, presentate sul mercato italiano a ottobre.
Un importante progetto è l’introduzione dell’impianto fotovoltaico sul tetto della torrefazione che andrà a generare il 30% dell’energia dell’impianto.
Come spiega Andreas Hosp, Managing Director Julius Meinl Italia, durante la pandemia, e in questo momento delicato, l’azienda non ha previsto dei tagli. L’innovazione andrà verso la sostenibilità ambientale e sociale.
A partire da primavera 2023 verranno lanciati due nuovi prodotti: un 100% Arabica e una miscela 80/20. Inoltre Julius Meinl sta cercando di lanciare e rinnovare il suo portfolio per trovare macchine che funzionano con meno corrente.
Grazie alle sue idee innovative e ad un impegno sempre più concreto, anno dopo anno, passo dopo passo, Julius Meinl contribuisce alla cultura del caffè di qualità e verso un mondo più sostenibile.
La finale del Julius Meinl Coffee Tour
C’è di più. Il brand continua i festeggiamenti per il suo 160° anniversario con la finale de Julius Meinl Coffee Tour, nella Giornata internazionale del caffè, il primo contest italiano con l’obiettivo di decretare la miglior torta Sacher made in Italy e il miglior cappuccino del Bel Paese. Ne abbiamo parlato qui.
di Federico Adacher