MILANO – Il gigante del caffè spalanca ancora le sue fauci fameliche. Il Consiglio amministrativo per la difesa economica di Brasilia ha dato ieri il via libera, senza restrizioni, all’acquisizione da parte di Jacobs Douwe Egberts delle quote dell’azienda brasiliana Foods e degli asset di Mundial Agropecuária e Empreendimentos, compreso l’iconico marchio di caffè Seleto.
La relativa autorizzazione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale federale di lunedì.
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E segue di sei mesi la notizia dell’acquisizione, da parte della stessa Jab, del colosso americano del caffè porzionato Keurig Green Mountain: un affare da quasi 14 miliardi di dollari.
Grandi manovre sono in atto anche nel mercato brasiliano, che con circa 20,5 milioni di sacchi consumati nel 2015 (dati Abic) è secondo soltanto a quello statunitense.
Due mesi fa, 3corações (joint-venture tra Strauss Coffee B.V. e São Miguel Holdings) ha sottoscritto un accordo per l’acquisizione dei marchi di Cia Iguaçu, in virtù dei quali controllerà quasi il 30% del mercato brasiliano del caffè solubile.
E secondo gli analisti, questo è solo l’inizio.
La forte competitività e i margini di guadagno compressi favoriscono accorpamenti e concentrazioni, con l’entrata in campo, sempre più frequente, dei colossi mondiali del caffè.
Ricordiamo che i due massimo competitor italiani sono presenti già da anni in terra brasiliana.
Lavazza ha acquisito, nel 2008, i marchi Café Grão Nobre (con relativa torrefazione a Três Rios) e Café Terra Brasil.
Segafredo Zanetti Brasil può contare sui brand Massimo, Buono, Itambé, Nacional e Nova Suissa.