MILANO – Nestlé attacca, Jab rilancia. Ad appena tre settimane di distanza dal mega-deal tra il colosso elvetico e Starbucks, la potente holding della famiglia Reimann risponde spostando la battaglia sul quadrante operativo britannico, dove mette a segno un altro colpo storico: l’acquisizione della catena di fast-food e caffetterie Pret A Manger.
Che vende panini, ma anche moltissimo caffè bio, a prezzi estremamente competitivi. Esattamente come McDonald’s e McCafé. E non a caso Pret A Mager è classificata dagli analisti anche nel novero delle insegne di caffetterie.
Il deal
Un affare da 1 miliardo e mezzo di sterline (1,7 miliardi di euro) – sostengono fonti riservate – che comprende l’accollo dei debiti. L’importo è pari a circa 15 volte l’Ebitda dell’esercizio 2017.
La maggioranza del pacchetto di Pret è, dal 2008, nelle mani della società di private equity Bridgepoint, mentre quote di minoranza sono tuttora detenute dai fondatori Sinclair Beecham e Julian Metcalfe.
Bridgepoint, che gestisce 18 miliardi di dollari di asset e ha raccolto a tutt’oggi capitali per 28 miliardi, aveva meditato l’anno scorso la quotazione in borsa, salvo poi decidere la vendita pura e semplice della catena.
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