MILANO – Per mantenere alta la competizione con i colossi Nestlé e Starbucks, sul campo del caffè a livelli importanti scende Jab holdings. Un’altra grande realtà che ora pensa a creare un organismo ancora più imponente, da quotare in Borsa. Leggiamo la notizia completa dall’articolo di Lui Ben per IlSole24ore.com.
Seguita dal commento della nostra redazione.
Jab va avanti e punta ai giganti
Se i tuoi concorrenti sono giganti come Nestlé e Starbucks (e in arrivo anche i cinesi di Luckin Coffee) l’unico modo per batterli è crescere. Jab Holdings – il colosso che fa capo alla famiglia tedesca Reimann e che ha in portafoglio partecipazioni in marchi come le scarpe Bally, Dr Pepper, Schweppes; il caffè Hag, la catena Pret a Manger; le macchine per espresso Senseo, Tassimo, il brand del tè Pickwick e molti altri – scommette, come molti altri, sul caffè.
Secondo quanto riportato dal Financial Times e da Reuters, Jab punta a unire Jacobs Douwe Egberts Group e Peet’s Coffee
Entrambi attivi nella torrefazione e distribuzione di caffè, già nel paniere della holding, in una sola società. Per poi procedere alla quotazione probabilmente sulla piazza di Amsterdam, ma forse anche New York, e raccogliere 3 miliardi di euro.
Se l’operazione andrà in porto Jde Peet’s sarà la maggiore società di caffè quotata con vendite annuali per circa 7 miliardi di euro in 140 Paesi. A capo della nuova società Casey Keller, ceo di Peet’s.
Mentre il ceo attuale Jde Frederic Larmusea rimarrà come consigliere.
Jab Holding Company oltre alla presenza nell’universo caffè tramite Jacobs Douwe Egberts (Jde)
La più grande coffee company nel mondo interamente dedicata al settore FMCG (acquistata nel 2013 a 9,8 miliardi di dollari), Peet’s Coffee & Tea, azienda premier degli specialty coffee e tè (comprata nel 2012 a 977 milioni di dollari); di Caribou Coffee Company, specialty retailer di caffè premium, è anche il più grande azionista della Coty Inc., leader globale del settore cosmetico.
Oltre ad essere azionista di minoranza in Reckitt Benckiser PLC, colosso del settore healthcare e prodotti per la casa.
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L’annuncio della fusione quale preludio alla quotazione segna un ulteriore cambio di passo nelle strategie di Jab Holding, che aveva anticipato già lo scorso febbraio l’intenzione di sbarcare in Borsa. In un comunicato, Jab scrive che “l’esplorazione di un’Ipo è una pietra miliare nella partnership tra Acorn Holdings B.V. (la subholding del caffè di Jab) e Mondelēz International, l’altro grande azionista di di Jde.
Il completamento dell’Ipo è previsto, compatibilmente con le condizioni di mercato, nel corso del 2020. Jab non ha specificato le condizioni dell’Ipo, né dove essa avverrà. La logica suggerirebbe New York, ma la stampa finanziaria parla anche di Amsterdam, dove Jde ha sede.
La fusione unirà Peet’s Coffee – società che ha sede a Emeryville (California) con circa 800 milioni di dollari di fatturato nel 2016 – a Jde, massima società pure play mondiale nel settore del caffè, presente anche sul mercato italiano con i marchi Hag e Splendid. Questi ultimi ormai prodotti però totalmente all’estero, dopo la chiusura definitiva dello stabilimento di Andezeno (Torino).
Peet’s ha anche acquisito i torrefattori gourmet Stumptown Coffee Roasters e Intelligentsia Coffee & Tea, molto noti e rinomati nell’universo specialty americano. Commercializza i suoi prodotti in oltre 14 mila esercizi americani al dettaglio e conta 200 locali negli States.
È interessante osservare come la nuova entità societaria entrerà in competizione oltreoceano con un altro asset di Jab: Keurig Dr Pepper, il colosso da 11 miliardi di dollari di fatturato, di cui Jab è azionista di maggioranza, nato dal merger di Keurig Green Mountain (azienda leader nel segmento Usa del porzionato) con 7Up.
Il mercato Usa è il più importante al mondo in termini di volumi e valore. Ed è qui che si giocherà probabilmente la battaglia più importante per la conquista della leadership mondiale del caffè.
Gli altri competitor non stanno naturalmente a guardare. E la guerra si preannuncia ancora lunga e ricca di colpi di scena. In America, come nel resto del mondo. A cominciare dalla Cina.