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sabato 06 Luglio 2024
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Jab Holding (Jde Peet’s), delusa dal caffè, guarda al settore delle assicurazioni

L’idea è che le solide remunerazioni garantite dagli asset assicurativi siano il bene rifugio ideale per i capitali dei Reimann. “Abbiamo ottenuto un chiaro mandato a diversificare e allargare il portafoglio” ha dichiarato il ceo Joachim Creus. “Ragioniamo a lunghissimo termine, pensando alle generazioni future della famiglia”

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MILANO – Dal caffè alle assicurazioni: cambiano le strategie e le priorità di Jab Holding, la cassaforte della famiglia tedesca Reimann, che controlla il colosso Jde Peet’s, numero uno mondiale pure play nel settore del caffè e del tè. E che annovera inoltre nel proprio portafoglio Keurig Dr Pepper, il gigante americano del porzionato e del beverage; Espresso House, la più grande catena di caffetterie dei paesi nordici; Caribou Coffee, una delle più importanti catene di caffetterie degli States; Panera Bread, una catena americana di pasticcerie-caffetterie, con oltre 2.000 locali; la catena britannica di fast food Pret, Pret; Krispy Kreme, che vende ciambelle e serve caffè in oltre 30 paesi.

E, ancora, brand della cosmetica e del lusso, come il colosso della profumeria Coty eil brand di scarpe, borse e capi di lusso Bally. E ci siamo limitati – per non perdere troppo tempo – agli asset più importanti, perché la lista potrebbe continuare con decine di brand di consumo, molti di quali molto noti.

Alle merceologie sopra indicate si sono aggiunte, di recente, due nuove categorie: petcare e pet insurance, con investimenti per 5 miliardi di dollari dal 2019 a oggi.

Principale azionista di Jab è la società austriaca Agnaten, sigla che fa capo agli eredi di Albert Reimann, influente e ricchissimo uomo d’affari morto nel 1984 e discendente della famiglia Benckiser, proprietaria della multinazionale inglese Reckitt Benckiser (prodotti per la salute, l’igiene e la nutrizione).

Un portafoglio vastissimo ed ecclettico, dunque, che Jab ha deciso di cominciare a sfrondare dando un taglio ai rami secchi o poco produttivi.

E diversificare privilegiando maggiormente ciò che porta valore a lungo termine. Il cambio di strategia è emerso alla fine dell’anno scorso con l’arrivo del nuovo ceo Joachim Creus al posto del veterano Olivier Goudet, uno dei registi della bulimica campagna campagna acquisti che ha portato nella pancia di Jab la pletora di asset sopra descritti.

Ma la svolta definitiva si è avuta la settimana scorsa, con l’annuncio della creazione di una piattaforma assicurativa globale sotto la guida di Anant Bhalla, veterano del settore esecutivo noto per i suoi metodi piuttosto spregiudicati, che rivestirà il ruolo di chief investment officer.

L’idea è che le solide remunerazioni garantite dagli asset assicurativi siano il bene rifugio ideale per i capitali dei Reimann. “Abbiamo ottenuto un chiaro mandato a diversificare e allargare il portafoglio” ha dichiarato Creus. “Ragioniamo a lunghissimo termine, pensando alle generazioni future della famiglia”.

Jab gestisce attualmente 50 miliardi di dollari di asset, di cui 33 attribuiti ai Reimann. Le scelte strategiche degli ultimi 10-12 anni non ha fatto però l’unanimità all’interno di Jab.

Tanto che Bart Becht – il terzo componente del triunvirato che ha retto le sorti della società assieme al già citato Goudet e a Peter Harf – si è fatto da parte nel 2019 criticando la politica di acquisizioni continue e sostenendo la necessità di concentrarsi maggiormente sul consolidamento del portafoglio.

La dipendenza dal settore dei generi di consumo ha dimostrato tutti i suoi limiti durante la pandemia accelerando il processo di diversificazione verso altri ambiti.

“Quando ci sono forti venti contrari – come è accaduto con il Covid e come sta accadendo adesso con il caffè – l’impatto sulla redditività è immediato” ha spiegato al Ft il nuovo cfo di Jab Frank Engelen. “Il grande vantaggio di diversificare oltre i generi di consumo è quello di poter spalmare meglio il rischio”.

E qualcosa Intanto, più di qualcosa potrebbe cambiare anche per il caffè, un settore considerato strategico.

La quotazione in borsa di Jde Peet’s (2019) e Krispy Kreme (2020) non sono andate benissimo ed entrambi i titoli hanno perso oltre il 30% del loro valore, scrive il FT. Abbastanza per riconsiderare almeno alcune delle scelte sin qui fatte. Intanto, Jab guarda anche a nuove formule. Come ad esempio una serie di fondi “tematici”, che saranno accessibili anche a investitori esterni.

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