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J.M. SMUCKER – Il ramo caffè va male e frena i ricavi del gruppo

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MILANO – Risultati deludenti per J.M Smucker, che ha diffuso venerdì la terza trimestrale dell’esercizio 2015.

Gli utili del trimestre al 31 gennaio segnano una flessione vicina al 3,5% rispetto al pari periodo dell’esercizio precedente scendendo a 160,9 milioni di dollari, per un eps di 1,58 centesimi.

Le vendite nette sono in calo del 2% a 1,44 miliardi, al di sotto del consensus degli analisti.
A frenare la performance del colosso americano i risultati, ancora una volta deludenti, del business caffè.

J.M Smucker – lo ricordiamo – è il più importante competitor americano nel comparto torrefazione, con i marchi Folgers (leader negli States), Millstone, Dunkin’ Donuts (in licenza da Dunkin’ Brands per il canale alimentare), Kava, nonché i brand Café Bustelo e Café Pilon, questi ultimi rivolti soprattutto alla clientela di origine latino americana.

“Nel breve termine ci aspettiamo ancora risultati sottotono dal ramo caffè, di riflesso alle dinamiche competitive, che stiamo cercando di affrontare responsabilmente per garantire la buona salute a lungo termine dei nostri marchi” ha dichiarato il chief executive Richard Smucker in una nota.

Anche per il quarto trimestre, J.M. Smucker prevede un calo a volume delle vendite di caffè del 15% circa, che determinerà una flessione delle vendite sull’intero esercizio vicina al 3%.

La compagnia annuncia intanto un piano di rilancio in cinque punti, per dare nuovo slancio al business.

“I risultati sin qui conseguiti in questo esercizio sono deludenti, ma rimaniamo fermamente convinti che questa sia una categoria merceologia straordinaria – ha dichiarato il ceo Richard Smucker sottolineando la crescita degli utili comunque registrata da quanto gli asset caffè, nel 2008, sono stati acquisiti per 3,3 miliardi di dollari da Procter & Gamble.

Il piano prevede nello specifico: maggiore caratterizzazione, riconoscibilità e costanza nei profili organolettici dei prodotti dei diversi marchi, una riduzione dei formati delle confezioni, una ristrutturazione dei costi per rendere i prezzi di vendita più competitivi, la promozione dei prodotti premium anche attraverso il potenziamento delle partnership (come quella con Dunkin’ Donuts), il lancio di nuovi prodotti nel fiorente segmento del caffè porzionato.

Sul fronte della ristrutturazione dei costi, il coo Vincent Byrd prevede un calo dei costi del verde nel secondo quarto del prossimo esercizio (cioè a partire da luglio 2015), che “porterà un qualche sollievo” consentendo promozioni più aggressive. Il conseguente abbassamento dei prezzi permetterà, sperabilmente, di riconquistare consumatori, compresi quelli che hanno tagliato i loro acquisti per motivi economici.

Allo stesso modo, le nuove confezioni – allineate sulle grammature della concorrenza – ridurranno il price gap percepito, che ha sinora penalizzato i prodotti di J.M. Smucker, anche a fronte di prezzi/chilogrammo analoghi.

Ulteriore mantra della compagnia di Orrville, l’innovazione e la diversificazione. In particolare, l’attenzione crescente al dinamico comparto del caffè porzionato, segnatamente alla gamma di prodotti in capsule K-Cup, sulla quale sono in atto consistenti investimenti.

“Complessivamente ci aspettiamo – attraverso l’innovazione, la riduzione dei formati delle confezioni e i minori costi di materia prima previsti – di poter far crescere gli utili del segmento caffè, nel corso dell’esercizio 2016, a tassi superiori a quelli previsti dai nostri obiettivi di crescita organica a lungo termine” ha concluso Byrd.

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