MILANO – 10 donne afghane rifugiate politiche che arrivano in Italia ciascuna con la propria storia personale e professionale: vite che sono state interrotte ma che procedono in avanti, aiutate dalla Fondazione Pangea e da IWCA Italia. L’espresso, il cappuccino, la macchina per espresso, diventano per queste donne molto di più: sono l’occasione di ricominciare nell’emancipazione.
Un corso di caffetteria della durata di tre giorni, può tracciare una prospettiva di anni futuri differenti. Così, la Torrefazione Felmoka, guidata da Talia Miceli, ha reso possibile come sponsor, insieme ad altri partner strategici la formazione di queste 10 donne.
IWCA Italia e Pangea a sostegno delle donne attraverso il caffè
Racconta Talia Miceli: Questo corso è stato organizzato da IWCA Italia insieme alla Fondazione Pangea, con l’obiettivo comune di realizzare progetti di empowerment nel mondo de caffè. Raccogliendo fondi dagli associati, l’investimento è stato rivolto a sostegno di donne che vivono sul territorio italiano, che hanno bisogno di crearsi una professione. Con la Fondazione Pangea, che conosco ormai bene da anni, è stato strutturato un corso di formazione per caffetteria.
Loro ci hanno messo in contatto con gli interlocutori più adatti, identificati analizzandone la situazione economica e sociale. Dieci ragazze, 9 che sono in status di rifugiate politiche o richiedenti asilo dall’Afghanistan e una marocchina che aveva già partecipato ad altri progetti Pangea. Tutte desiderose di rendersi indipendenti e bisognose di trovare impiego.
Sono giovani dai 20 ai 37 anni già lavoratrici, giornaliste, avvocate, sarte, ed attiviste nel loro paese d’origine: per questo sono dovute scappare attraverso i corridoi umani. Una di loro vorrebbe diventare dentista e lavorare come barista potrebbe permetterle di pagarsi gli studi. Dall’altra, la mancanza di personale attuale in Italia rende questa figura professionale una grande occasione di mantenersi nell’immediato.
Il corso si è svolto prima in Torrefazione Felmoka e poi nella sede di Tecnochem. La prima giornata è stata una giornata teorica, di osservazione della materia prima e della tostatura, la seconda ha esplorato la caffetteria. La terza giornata si è passati alla pratica, dalla macinatura, alla preparazione di caffè e cappuccini. È stato incredibile assistere alla loro bravura. Il loro cappuccino era montato benissimo.
L’ultimo giorno c’è stato l’evento di consegna degli attestati ed è stato davvero molto emozionante. Silvia Redigolo della Fondazione Pangea, si è persino commossa di fronte a così tanta voglia di progettare il futuro.
Adesso, attraverso il supporto dei nostri associati, sarà nostra premura di cercare nelle zone italiane in cui si trovano queste donne un impiego dietro al bancone. Mettiamo a loro disposizione la nostra capacità di fare rete per l’inserimento professionale. Per questo abbiamo la fortuna di collaborare con la Fondazione Pangea che fa da tramite con le ragazze quando noi forniremo una destinazione. – continua Talia Miceli per IWCA Italia –
Questo corso stato talmente travolgente e di impatto e le ragazze sono talmente motivate
dall’aver visto che con il giusto supporto formativo è possibile fare qualcosa che stiamo già pensando alla seconda edizione del progetto. Che sarà aperto a donne che hanno davvero necessità di iniziare un percorso lavorativo, come quelle che stanno nei centri anti violenza per diventare indipendenti economicamente. Diamo un’opportunità che poi loro potranno cogliere. “
Poi è il turno di Silvia Redigolo, Fondazione Pangea:
“La nostra collaborazione con la torrefazione Felmoka e Donna Felice è iniziata già nel 2020: l’azienda ci ha sostenuto in diversi progetti in Italia e all’estero. Ad un certo punto ci hanno proposto di organizzare questo corso professionale per diventare baristi. Abbiamo domandato alle ragazze che lavoravano con noi che sono scappate nell’agosto 2021, chi di loro volesse intraprendere questo tipo di carriera.
Parliamo di un corso molto pratico e certamente è un’ottima occasione per tutti, ma come Fondazione Pangea si parte sempre dal presupposto di una scelta libera: inizialmente dovevano esser soltanto 5 a partecipare e alla fine l’entusiasmo ha contagiato un numero maggiore di donne. Il risultato è stato eccezionale: in un giorno solo la loro curiosità le ha portate a realizzare ottimi espressi e cappuccini. Sono arrivate preparate: si sono documentate prima ancora della lezione, sul mondo della caffetteria. Quello che hanno seguito non è solo un corso professionale che permetterà loro di lavorare, ma che le porterà ad esser indipendenti.
Ad esempio, una ragazza inizierà uno stage in un’azienda del settore importante, mentre per le altre cercheremo di tradurre questa esperienza al più presto in una pratica lavorativa. L’ambito caffetteria però è difficile e ci si aspetta più velocità nel servizio. Abbiamo pensato infatti con Talia di insistere sulle potenzialità da sviluppare attorno alla latte art, sfruttando le loro competenze manuali che sono molto spiccate.
Questo diciamo che è stato solo un primo step: siamo molto legati tra di noi ed è stato un bene tenere il corso a Varese, all’interno di un’azienda come Felmoka che è una realtà familiare di cui si avverte l’abbraccio caloroso. Le ragazze lo hanno detto più volte: “Ci sembra di essere in famiglia”. Il sentirsi a casa è stato percepito da tutti.”