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Ivs, al 31 marzo ricavi a 100 milioni e in utile nonostante l’impatto della pandemia

Ivs Group SA: sintesi dei risultati al 31 marzo 2020 - Fatturato consolidato pari a Euro 100,1 milioni, in calo del 12,3% rispetto a marzo 2019. EBITDA Euro 28,1 milioni, in aumento del 1,2% rispetto al 2019. EBITDA Adjusted 1 Euro 21,5 milioni, -24,0% sul 2019, con un’incidenza sul fatturato pari al 21,4%. Utile netto consolidato pari a Euro 8,7 milioni prima degli utili di terzi per Euro 0,1 milioni, +19,9%. Utile netto adjusted consolidato pari a Euro 1,8 milioni, prima degli utili di terzi per Euro 0,1 milioni. Perfezionate 2 nuove acquisizioni in Italia, per un valore di circa Euro 0,7 milioni

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GRAN DUCATO DEL LUSSEMBURGO – Il Consiglio di Amministrazione di IVS Group S.A. (Milano: IVS.MI) si è riunito il 28 maggio 2020, sotto la presidenza di Paolo Covre, per esaminare ed approvare il resoconto intermedio di gestione del gruppo IVS al 31 marzo 2020, sintetizzato sopra nel sommario.

Ma vediamo il dettaglio.

Andamento della gestione Ivs

Il fatturato consolidato del 1° trimestre 2020 – impattato sin dal mese di marzo dalla pandemia Covid-19 – ammonta a Euro 100,1 milioni (di cui Euro 95,0 milioni derivanti dall’attività caratteristica del vending), con un calo del 12,3% rispetto ai Euro 114,2 milioni del 2019 (di cui Euro 110,0 milioni nel vending).

I ricavi calano del 15,3% in Italia, del 18,2% in Spagna, del 7,8% in Francia, del 18,1% in Svizzera. In lieve aumento, +2,6%, il fatturato della CGU Coin Service, in virtù del consolidamento di Moneynet (acquisita a luglio 2019), mentre calano i ricavi del business principale della moneta metallica e della moneta digitale della controllata Venpay.

I cali del fatturato nelle diverse aree di business sono ovviamente legati principalmente allo scoppio della pandemia Covid-19 e dal conseguente forte rallentamento, in alcuni casi blocco totale, seppure con diverse tempistiche area per area e paese per paese, di molti settori di clientela a cui si rivolgono le attività del gruppo IVS.

Il calo del fatturato è iniziato sensibilmente in Italia nell’ultima parte di febbraio 2020 e si è intensificato ed allargato progressivamente nel mese di marzo. Il numero totale di erogazioni a marzo 2020 è stato pari a 186,2 milioni da 220,8 milioni di marzo 2019 (-15,7%).

Anche nel contesto eccezionale di mercato, nel primo trimestre 2020 IVS mostra sempre un tasso di acquisizione complessivo di nuovi clienti superiore al relativo churn rate.

Il prezzo medio delle erogazioni del trimestre è salito ad Euro 47,4 centesimi, da Euro 47,1 centesimi dell’analogo periodo 2019 (+0,6%).

L’aumento del prezzo medio risente negativamente della chiusura e/o del forte calo dei volumi nei segmenti di mercato public e travel che tradizionalmente presentano prezzi medi e valore aggiunto più alti.

Nel primo trimestre 2020 sono state perfezionate in Italia due acquisizioni per un Enterprise Value complessivo di circa Euro 0,7 milioni, con un contributo pro rata temporis al fatturato inferiore a Euro 0,1 milioni, oltre all’affitto di un ramo d’azienda in Sicilia operante principalmente nel segmento OCS che contribuito pro rata temporis al fatturato per Euro 1,7 milioni.

In aumento del 1,2% l’EBITDA reported consolidato, salito a Euro 28,1 milioni da circa Euro 27,8 milioni di marzo 2019. L’EBITDA reported include il provento per Euro 8,0 milioni relativo alla rideterminazione in diminuzione della sanzione pagata alla AGCM (Autority Antitrust) negli anni passati e subita a seguito del procedimento del 2016, contro il quale la controllata IVS Italia S.p.A. aveva presentato appello (rimborso non ancora accreditato alla data odierna).

L’EBITDA Adjusted consolidato è pari a Euro 21,5 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 21,4%, in calo del 24,0% rispetto a 28,3 milioni di marzo 2019. La totale chiusura di interi segmenti di clientela, come scuole e università, e la sostanziale assenza di consumatori in luoghi pubblici e di viaggio come metropolitane, stazioni ferroviarie e aeroporti, hanno inciso fortemente tanto sui volumi e fatturato, quanto sulla redditività.

L’‘‘EBITDA Adjusted’’ è pari al risultato operativo incrementato degli ammortamenti, svalutazioni, costi non ricorrenti ed eccezionali per loro natura, costi di start-up e di natura non-cash.

L’Utile netto consolidato a marzo 2020 è pari a Euro 8,7 milioni (prima di utili di terzi per 0,1 milioni), in crescita del 19,9% da Euro 7,3 milioni del 2019.

Oltre aI parziale rimborso della sanzione Antitrust, il risultato netto include altri costi e proventi considerati eccezionali per loro natura, per complessivi Euro 1,1 milioni (al netto del relativo effetto fiscale) principalmente relativi alle acquisizioni.

L’Utile Netto Adjusted al netto delle voci considerate non ricorrenti, tra cui il citato provento Antitrust e altri oneri legati a acquisizioni, è pari a Euro 1,8 milioni (prima degli utili di terzi), rispetto a Euro 7,7 milioni di marzo 2019. La Posizione finanziaria netta è negativa per Euro -394,5 milioni, rispetto a Euro -386,0 milioni a fine 2019, dopo pagamenti nel periodo per investimenti netti pari a Euro 20,7 milioni, composti principalmente da investimenti tecnici per Euro 19,7 milioni, da pagamenti di investimenti fatti in periodi precedenti per Euro 0,8 milioni e da acquisizioni per Euro 0,2 milioni.

Contribuiscono inoltre alla PFN gli interessi maturati nel trimestre sulle obbligazioni (Euro 2,2 milioni) e il debito di Euro 1,7 milioni per il subentro in un leasing immobiliare (inclusi gli annessi diritti di subentro pagati) a valle di un’acquisizione finalizzata lo scorso anno.

I Capex straordinari relativi al nuovo contratto Metropolitana Parigi – non ancora a regime – e al nuovo immobile in leasing legato all’acquisizione sono stati pari rispettivamente a Euro 9,6 milioni ed Euro 1,7 milioni. Gli altri investimenti ordinari pari a circa Euro 8,8 milioni (di cui 1,9 milioni per il ricondizionamento di distributori usati), sono totalmente relativi a impegni già avviati nei mesi precedenti lo scoppio dell’emergenza Covid-19.

A marzo 2020 in gruppo aveva circa Euro 24,7 milioni di crediti IVA, oltre a crediti per circa Euro 8,0 milioni verso il MISE-Ministero dello Sviluppo Economico Italiano per la parziale restituzione della menzionata sanzione Antitrust, non inclusi nel calcolo della posizione finanziaria netta.

L’incasso di tali crediti è atteso nel corso dei prossimi trimestri (salvo Euro 9,8 milioni di crediti IVA che sono già stati rimborsati alla data odierna).

Altri fatti di rilievo ed operazioni poste in essere dopo il 31 marzo 2020, effetti Covid-19 e previsioni

Il 1° Aprile 2020 la controllata IVS Italia S.p.A. ha acquisito la società Til Caff S.r.l. operante nel settore del vending nella regione Puglia, per un valore provvisorio di Euro 5,2 milioni (Euro 2,5 milioni pagati entro il closing, la restante parte sarà pagata nel 4° trimestre 2020).

Lo scenario economico dei consumi secondo Ivs

Lo scenario economico e dei consumi ha visto nel mese di marzo e nei mesi successivi, durante la fase più acuta del lock-down, cali dei volumi fino al 80-85%, pur con differenze tra le nazioni e regioni in cui IVS opera, per le diverse tempistiche dell’epidemia e delle contromisure adottate.

Nel corso del mese di maggio si sono registrati progressivi segnali di recupero, associati alla graduale ripresa delle attività economiche, ma continuando a scontare la chiusura di interi settori (es. scuole e università), la non piena ripresa dei trasporti pubblici e in generale e l’evidente ancora debole tenore delle ore lavorate.

In questo contesto, a partire dal mese di marzo, il gruppo ha avviato azioni appropriate sia sul lato economico, sia su quello finanziario.

Sul piano economico, la struttura dei costi è stata quanto più possibile trasformata in variabile. Il costo del lavoro è stato ridotto mediante il ricorso ad ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione in Italia e forme analoghe in altre nazioni).

Il costo di affitti e positioning fees è stato in parte già rinegoziato, ovvero sospeso in vista della ridefinizione dei termini contrattuali, chiaramente giustificata nelle installazioni non accessibili (es. scuole e università) o maggiormente impattate dalle misure di lock-down.

Tale attività, tuttora in corso, comporterà una significativa riduzione degli oneri economici e potrebbe impattare anche sull’indebitamento finanziario da IFRS16 (es. sui debiti associati a contratti di affitto di spazi per le vending machines).

Sul piano operativo, la riduzione dei volumi e il ricorso alla Cassa Integrazione per il personale sono stati abbinati a una vasta ridefinizione della logistica di tecnici e addetti al rifornimento e di efficientamento delle filiali.

Gli effetti di tali azioni, avviate progressivamente nel corso del mese di marzo, saranno maggiormente visibili sul conto economico a partire dal prossimo trimestre proprio a fronte del maggiore calo di volumi.

Sul piano finanziario, sono stati sostanzialmente sospesi tutti gli investimenti non indispensabili; per i prossimi mesi, si prevede solo il completamento della rete di distributori sulla metropolitana di Parigi, quando sarà possibile riprendere le installazioni.

Le misure adottate sono ritenute adeguate per preservare il più possibile i margini economici e le buone riserve di liquidità di cui il gruppo dispone (ad oggi addirittura aumentate rispetto a quelle di marzo 2020), a conferma della generazione – seppur ridimensionata – di un cash-flow operativo positivo.

La scheda sintetica Ivs Group Sa

La IVS Group S.A. è il leader italiano e secondo operatore in Europa nella gestione di distributori automatici e semiautomatici per la somministrazione di bevande calde, fredde e snack (vending). L’attività core del vending si svolge principalmente in Italia (80% circa del fatturato), in Francia, Spagna e Svizzera, con circa 202.000 distributori automatici e semiautomatici.

Il gruppo ha una rete di 82 filiali e oltre 3.000 di collaboratori. IVS Group serve più di 15.000 aziende ed enti, con oltre 850 milioni di erogazioni nel 2019.

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