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martedì 05 Novembre 2024
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Gli italiani escono a testa alta dall’arena: gli eroi del caffè si raccontano dopo la super sfida iridata a Milano

I ragazzi restano una fonte di ispirazione al di là del risultato, un vero esempio dato da dei campioni a chi si approccia al mondo delle gare. Non esiste solo la vittoria ma anche il percorso che dà spessore a chi si mette alla prova. Ricordiamo che a  volte tra il settimo e il primo posso, c'è un soffio: i sei che arrivano in finale sono tutti potenziali campioni del mondo

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MILANO – A Host Milano è stato il momento di riprendere le competizioni mondiali. Dopo quasi due anni, gli sfidanti, italiani e stranieri, si sono di nuovo incontrati a Rho Fiera, armati di tutta la grinta accumulata. Di sicuro si può affermare che questo campionato è andato oltre le aspettative. C’è stato un incremento dei competitor rispetto a una fase iniziale in cui si temeva che l’ombra del Covid potesse fare la differenza per la buona riuscita della manifestazione. Le iscrizioni invece sono arrivate sino all’ultimo, pervenute anche verso la scadenza dei termini.

In pedana, campioni preparati, determinati, con proposte molto interessanti. C’è stato un protagonista più di altri in gara, l’Eugenoides, il varietale che si è incrociato con la Robusta generando l’Arabica: molti hanno portato questa soluzione per le loro tazze. È stato utilizzato come stabilizzatore dei caffè presentati, che conferisce le sue particolari note di dolcezza, smorzandone altre.

Una delle novità più importanti è stata la partecipazione di alcuni Paesi produttori che sono finiti sul podio dei finalisti: Colombia e Kenya, due nazioni più famose per la produzione del caffè che per l’espresso. Questo a dimostrazione della loro volontà di investire nella preparazione dei baristi e nella cultura del caffè.

campionati mondiali italiani
Fabio Dotti al WCC, foto Michele “Mike” Illuzzi Photography Specialty PaL per Specialty Coffee Association / WCC

Il livello generale delle gare è stato particolarmente alto. Gli italiani hanno dato prove di grande maturità. Nel cup tasting, Fabio Dotti ha dimostrato il suo impegno quasi fino allo spasmo per la prova, e tuttavia non ha potuto esprimersi in tutta la sua potenzialità di fronte a sfidanti fuori classe, di una dotazione naturale che li pone a livelli di difficile confronto (8 tazze individuate in poco più di 2 minuti).

La confidenza nello speech di Elisa Urdich, @coffeeandlucas @romediastudio

Per il brewers: Elisa Urdich ha primeggiato con il suo carisma e il suo controllo. Si è distinta con uno speech gestito perfettamente, dall’estrazione alla gestualità. Una gara frutto di un duro lavoro.

italiani ai campionati mondiali
Un altro momento della prova con Daniele Ricci, @coffeeandlucas @romediastudio

Daniele Ricci, giovanissimo: si è esibito con una padronanza dell’inglese perfetta sul palco, dove si è dimostrato padrone del campo di gara. Ha trasmesso un’immagine di solarità e relax, con una tecnica altissima in termini di movimenti e di estrazione, una consapevolezza della macchina, un notevole controllo in alcuni momenti in cui ha saputo gestire un piccolo ritardo e pareggiare tutto entro i 15 minuti.

Si può affermare che non sono solo concorrenti: sono eroi del mondo del caffè. Perché dei ragazzi che escono dal periodo di lockdown e affrontano un viaggio difficile per arrivare sul palco, non sono solo baristi ambasciatori.

Italiani ai mondiali: impressioni di chi ha gareggiato

Fabio Dotti per cup tasters, Elisa Urdich per il brewers e Daniele Ricci per barista. Fabio Dotti non si è qualificato alle semifinali per un soffio: nonostante la performance di livello, ha riconosciuto 7 tazze su 8 in 6.33′. Il percorso di Elisa Urdich e Daniele Ricci invece li ha portati tra i semifinalisti: purtroppo però non hanno superato la selezione per le finali mondiali. Abbiamo parlato con loro, per sapere a caldo le loro reazioni a questa prova.

Fabio Dotti nell’assaggio, foto Michele “Mike” Illuzzi Photography Specialty PaL per Specialty Coffee Association / WCC

Inizia il primo degli italiani che si è scontrato con i mondiali, Fabio Dotti: “Esco per un soffio dal mio primo mondiale di cup tasting con entusiasmo e positività, consapevole di aver dato il massimo e riconoscendo l’altissimo livello di preparazione dei partecipanti e della gara che ogni anno raggiunge. È stata un esperienza emozionante, che mi ha permesso di sognare ad occhi aperti perché, diciamola tutta: chiunque da bambino almeno una volta ha sognato di poter rappresentare la propria Nazione in un mondiale.

In questi mesi, ho lavorato duramente per essere il più preciso possibile e commettere meno errori. La cosa che mi è mancata è sicuramente l’esperienza mondiale per questa disciplina, che ricordo essere una delle più difficili! Questa prova è servita da scuola per far meglio la prossima volta, dandomi la giusta grinta per migliorare sempre più, giorno dopo giorno! Ora sarò al campionato italiano 2022 che si terrà al Sigep di Rimini in gennaio, perché l’anno prossimo vorrò riprovare a portare in alto l’Italia nel mondo.”

Elisa Urdich durante la prova, @romediastudio @coffeeandlucas

Elisa Urdich: “Sono molto felice: ho fatto il de-briefing e ho scoperto che la mia gara è andata molto bene, con punteggi molto alti. L’unica cosa che non ha convinto: una delle tre tazze nella fase di compulsory è risultata leggermente diversa dalle altre, e questo ha abbassato la valutazione. Nei mondiali si sa, è tutta una questione di pochissimi punti uno dall’altro. Sono comunque soddisfatta: so che ho lavorato benissimo per la gara e le schede lo dimostrano. Peccato per i pochissimi punti persi nel compulsory. La considero comunque una bella esperienza: come sempre, partecipare ai mondiali e confrontarsi con tanti baristi internazionali, ti lascia qualcosa da portare a casa. Con gli occhi rubi tanto, e ti arricchisci sempre in generale.”

Daniele Ricci in gara, @coffeeandlucas @romediastudio

Daniele Ricci ha commentato: “La gara è andata bene, il caffè era buono, io mi sono divertito. I due caffè erano completamente diversi ma siamo riusciti a metterli insieme in maniera completa, così come il latte. Il signature drink era buono: primo round abbiamo segnato un ottimo punteggio, in semifinale ci hanno un po’ massacrato sull’espresso in particolare. Il concetto era semplice: legare tutte le mie esperienze vissute nelle varie portate. Ora, testa bassa e pedalare, mi prendo un po’ di tempo per capire se ho voglia di riprovarci subito.

Questa esperienza mi lascia consapevolezza di chi si trova in un palco così grande come quello dei mondiali. È stato un onore confrontarsi con sfidanti internazionali e vedere il loro livello. Ringrazio tutte le persone che mi hanno seguito, la mia ragazza, i coach, il team, la famiglia, il fotografo che – aggiunge scherzando, ma non troppo, il campione – è il migliore, Coffeeandlucas“.

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