domenica 22 Dicembre 2024
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Italian Exhibition Group è la prima società fieristica italiana a ricevere la certificazione sulla parità di genere

Il presidente Maurizio Ermeti: “Con un pizzico di orgoglio rivendico un riconoscimento che non è semplicemente il premio ad un percorso compiuto sull’onda di una cultura aziendale che finalmente si afferma nel mondo delle imprese, ma l’affermazione di una identità societaria che da sempre s’è caratterizzata con un requisito sostanziato da premialità e riconoscimento dei talenti, ovunque essi siano”

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RIMINI – Italian Exhibition Group SpA (IEG) è la prima società fieristica italiana a ottenere la certificazione sulla parità di genere UNI/PdR 125:2022 per la piena corrispondenza delle politiche aziendali finalizzate all’equità lavorativa e all’inclusione di tutte le collaboratrici e i collaboratori attivi all’interno dell’azienda.

La Certificazione riguarda le sedi fieristico-congressuali di Rimini e Vicenza della Spa, oltre agli uffici operativi di Milano e Arezzo. Il punteggio ottenuto da IEG è altissimo, 89,75 su un range previsto fra 60 e 100, secondo i certificatori fra i più alti riconosciuti.

La Certificazione è l’esito di un processo di valutazione basato su parametri che partendo dalle fondamenta rappresentate dalla cultura e strategia aziendali va ad approfondire precisi ambiti. L’entità del punteggio ottenuto da IEG nel processo di Certificazione, testimonia la presenza, ormai consolidata, di una serie di politiche di gestione del capitale umano volte al sostegno dell’occupazione femminile.

Politiche che hanno creato negli anni un contesto aziendale che garantisce opportunità di crescita mantenendo sempre viva l’attenzione al work life balance.

Il consolidamento della leadership sul tema della diversity&inclusion è tra gli obiettivi di sostenibilità che la società si è prefissata di raggiungere nello Strategic Plan 2023 – 2028, recentemente approvato.

L’ente certificatore e il team Italian Exhibition Group

Il processo di certificazione, terminato con l’audit di Bureau Veritas Italia, è stato coordinato per IEG dal team HR, guidato dalla sua direttrice Silvia Fabbri, insieme all’HR specialist Katia Calesini e ha visto la collaborazione dell’HSE coordinator di IEG Mattia Gasparini per gli aspetti concernenti l’integrazione con le altre numerose certificazioni già acquisite da Italian Exhibition Group.

Le dichiarazioni

“Con un pizzico di orgoglio – commenta il presidente di IEG SpA, Maurizio Ermeti – rivendico un riconoscimento che non è semplicemente il premio ad un percorso compiuto sull’onda di una cultura aziendale che finalmente si afferma nel mondo delle imprese, ma l’affermazione di una identità societaria che da sempre s’è caratterizzata con un requisito sostanziato da premialità e riconoscimento dei talenti, ovunque essi siano”.

Per il presidente di Bureau Veritas Italia, Diego D’Amato, “Grazie alla UNI/PdR 125:2022, le aziende hanno a disposizione uno strumento formidabile per agire il cambiamento sul fronte della parità di genere, diffondendo una cultura inclusiva e misurando il proprio impegno al miglioramento. Siamo orgogliosi di contribuire, con i nostri audit di certificazione, ad una maggior consapevolezza sui temi del gender gap, valorizzando l’impegno di aziende che, come IEG, possono essere prese ad esempio nel proprio mercato di riferimento”.

Le percentuali di Italian Exhibition Group

 IEG ha presentato all’ente certificatore Bureau Veritas Italia una fotografia aziendale composta dal 70% di presenza femminile, testimonianza di un dna che storicamente distingue l’azienda e che ne ha generato l’impetuoso sviluppo proprio all’insegna di una relazione virtuosa fra inclusività e performance. Le donne con ruoli dirigenziali o di responsabilità di area sono il 50% e quelle con deleghe sui budget di spesa sono il 51% del totale.

Gli impegni e la competitività delle aziende certificate per la parità di genere

Le aziende di maggiore successo sono quelle che al loro interno riescono a creare e mantenere un modello di lavoro che punti con decisione sull’inclusività. Tra le imprese che sono riuscite a instaurare un clima di parità e inclusione, i profitti sono superiori alla media (+25-35%), vi è un più alto tasso di innovazione (+20%) e una migliore capacità di gestire i processi decisionali che si traduce in un +30% della capacità di individuare e ridurre i rischi aziendali.

Inoltre, le aziende che adottano politiche basate su tali valori e che le sanno trasmettere all’esterno, registrano benefici anche in termini di immagine e reputazione (Fonte: Bureau Veritas Italia).

La gender equality è uno dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile fissati dall’ONU (Goal 5); il PNRR, nella missione 5, ha sottolineato l’importanza del ridurre le disparità, stanziando 9,81 miliardi per lo sviluppo di politiche di inclusione sociale.

Da novembre 2021, inoltre, la legge n.162 aggiorna il Codice delle Pari Opportunità ed estende l’obbligo di redazione di un rapporto sulla situazione di impiego maschile e femminile per tutte le aziende, pubbliche e private, con più di 50 dipendenti.

La prassi prevede l’adozione di specifici KPI inerenti alle politiche di parità di genere nelle Organizzazioni che permettano la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere nelle organizzazioni con l’obiettivo di colmare i gap attualmente esistenti, nonché incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere nel DNA delle organizzazioni e produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo.

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