Sorseggiare un caffè affacciati al balcone, come faceva Eduardo De Filippo nella celebre scena di una sua commedia. Ma avendo come dirimpettaio l’intero Pianeta. È quello che potrebbe accadere tra pochi mesi in una casa particolare. Una che orbita a 400 chilometri di quota, la Stazione spaziale internazionale (Iss). Il laboratorio orbitante si doterà di una macchinetta per il caffè spaziale, Isspresso.
Isspresso: il made in italy raggiunge lo spazio
Simile in realtà a un forno a microonde. Ma con autentiche cialde di espresso rigorosamente “made in Italy”.
Isspresso sarà uno dei nove esperimenti italiani, tra i 200 complessivi, di cui si occuperà l’astronauta Samantha Cristoforetti; nel corso della missione “Futura”, che prenderà il via il prossimo 23 novembre. Il lancio della navetta russa Soyuz dal cosmodromo di Baikonur, nelle steppe del Kazakistan.
“Chissà come cambiano l’odore e il sapore del caffè nello spazio”
Scherza l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) nel corso della presentazione pubblica degli esperimenti. Si è svolta nei giorni scorsi presso la sede dell’Agenzia spaziale italiana (Asi)
“Anche su questo, come per gli altri esperimenti ideati dagli scienziati italiani, farò da cavia nei sei mesi della missione. Studierò, ad esempio, l’influenza della gravità sulla struttura delle cellule viventi; la perdita di massa ossea cui siamo soggetti noi astronauti, la qualità del sonno; della meccanica cardiaca e del ritorno venoso cerebrale in condizioni di microgravità”.
Samantha Cristoforetti, pilota dell’Aeronautica militare con il grado di capitano
Sarà il settimo italiano, la prima donna, ad andare nello spazio. Ma quali sono i suoi ultimi preparativi per questo viaggio particolare?
“La mia valigia è già partita, alcune settimane prima di me – spiega l’astronauta -. Si tratta di una scatola in cui ho messo, innanzitutto, una gran quantità di calzini. Mi hanno, infatti, detto che la dotazione è di tre paia ogni due settimane. Forse perché nello spazio non servono le scarpe. Nella Iss – aggiunge Cristoforetti – la stanzetta di un astronauta sembra una cabina telefonica.
Andare nello spazio è un po’ come partire per il campeggio, ma un campeggio di lusso. Occorre portare l’essenziale. Io ho deciso di preparare anche dei minilibri; di quelli che possono stare dentro il palmo di una mano, con estratti di poesie, citazioni da Ovidio a Star Trek ed equazioni, come quella dei razzi”.
L’Italia è il terzo contribuente della Iss e il Paese europeo che ha fatto più missioni nella Stazione spaziale.
“Siamo l’unico Paese in Europa ad avere un accesso diretto alla Iss, grazie a un accordo bilaterale con la Nasa. – sottolinea Roberto Battiston – presidente dell’Asi.
L’Iss, oltre a essere una piattaforma privilegiata per osservare l’universo, come dimostra l’esperimento Ams per dare la caccia alla materia oscura, è anche un grande laboratorio di ricerca in cui è possibile effettuare esperimenti in condizioni di microgravità. Come, per l’appunto, l’Isspresso.
Una sorta di caduta libera, che sulla Terra è possibile riprodurre solo per pochi secondi con voli parabolici”.
Esperimenti oltre l’Isspresso
La missione Futura sfrutterà questa condizione per studiare non solo la fisiologia umana, ma anche il funzionamento delle stampanti 3D, come sta già facendo la Nasa da alcuni giorni. “Con le stampanti 3D si apre l’era del manifatturiero nello spazio. – spiega Battiston -. Sarà possibile spostare oggetti oltre che informazioni. L’idea di mandare nello spazio blocchetti di materia che diventano struttura è rivoluzionaria ancor più che sulla Terra. Perché – sottolinea il presidente dell’Asi – consente agli astronauti di stamparsi i pezzi di ricambio. Senza doverli ricevere attraverso complicati e costosi trasferimenti spaziali”.
Particolare interesse verrà riservato, inoltre, ad aspetti di alimentazione e salute, in vista dell’Expo 2015.
“Il mio sarà anche un viaggio nel mondo della nutrizione. Noi astronauti – sottolinea Cristoforetti – dobbiamo fare del nostro meglio per mantenerci in buona salute. Anche se facciamo una vita frenetica e in un ambiente difficile come quello della Stazione spaziale.
Ho scoperto su me stessa che un po’ di conoscenza e consapevolezza nel settore della nutrizione possono orientare le nostre scelte alimentari e fare una differenza sorprendente sul nostro livello di benessere e vitalità.
Il cibo – aggiunge l’astronauta – è infatti un messaggero per il nostro organismo. A seconda di quello che ingeriamo, mandiamo istruzioni differenti alle nostre cellule”.
Fa fatica Samantha Cristoforetti a descrivere le proprie emozioni e aspettative a poche settimane dal suo volo spaziale.
“Dovrò abituarmi a diventare extraterrestre. Nonostante l’addestramento, nello spazio sei come un bambino che deve reimparare tutto. Fin dai gesti più semplici, come appoggiare un oggetto. Se lo faccio in condizioni di microgravità, infatti, rischio di non trovarlo più e anche di danneggiare la strumentazione”.
Proverà a raccontare il suo viaggio attraverso un sito, “Avamposto 42”, già attivo da settimane. Sarà uno strumento di scambio di opinioni e informazioni sulla missione. “La Stazione spaziale è un avamposto per gli esseri umani nello spazio. Spesso mi viene domandato cosa consiglierei ai giovani. In questi casi – suggerisce Cristoforetti – rispondo sempre: mettetevi in difficoltà. Scegliete la strada più complicata, perché alla fine è quello che forma il carattere. E il carattere – conclude l’astronauta – a parità di condizioni, può fare la differenza”.