BOLSENA (Viterbo) – L’educazione dei futuri coffeelovers deve partire quando sono ancora piccoli e ricettivi, così che si possa poi approfondire la consapevolezza di una bevanda complessa come è il caffè. Un esempio virtuoso di questo genere arriva dall’asilo nido “L’isola che non c’è” di Bolsena, dove il chicco viene raccontato ai bambini, mostrando le origini della filiera con delle piantine adottate attraverso la piattaforma Treedom. Un processo di conoscenza della tazzina, che condividiamo da orvietonews.it.
Treedom fa scuola di caffè all’asilo
Sono troppo piccoli per gustare la bevanda nervina e goderne gli effetti corroboranti. Senza fretta, verrà anche per loro il tempo dell’iniziazione alla magica tazzina. Intanto la pianta è stata messa a dimora nel giardino didattico delle buone idee e buone pratiche, quello in cui si coltiva la nuova sensibilità ecosistemica, necessaria a rimettere il mondo sui giusti binari. I piccoli sono quelli del Nido “L’Isola che non c’è” di Bolsena.
La pianta, invece, è un piccolo albero di caffè che si trova in Ecuador, adottato dalle operatrici del Nido e dalla Quadrifoglio, cooperativa sociale a cui è affidata la gestione della struttura. Intermediario dell’adozione Treedom, un’organizzazione che consente di piantare alberi a distanza e di seguire online la storia del progetto che contribuiranno a realizzare.
“La nostra adozione – dicono le educatrici dell’Isola che non c’è – aiuta le comunità rurali che si prendono cura dell’albero e godono dei suoi frutti. Fa bene all’ambiente perché gli alberi assorbono CO2, emettono ossigeno, favoriscono la biodiversità e contrastano l’erosione del terreno”. L’adozione dell’albero ha fecondato di fantasie l’ambiente del Nido.
Così è nato un laboratorio di Coffee Art con attività artistiche e sensoriali, di manipolazione e sperimentazione in un ambiente appositamente realizzato handmade
“Siamo molto orgogliose – proseguono – di questa iniziativa che abbraccia il futuro dei nostri bimbi: tanti piccoli Greta Thunberg che vivranno in un mondo attento al benessere del pianeta, alle energie rinnovabili, alla blue economy. Quindi un ringraziamento speciale va proprio a loro, ai nostri piccoli che ci offrono continui stimoli di ricerca e sperimentazione educativa”.