domenica 22 Dicembre 2024
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Ipertensione: il caffè non è un rischio. Più di 3 tazzine hanno effetto protettivo

Ancora un altro studio a favore del consumo del caffè, giunge da una ricerca condotta dall'Università di Napoli

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MILANO – Il consumo abituale di caffè si conferma positivo per la salute cardiovascolare. Lo si deduce dalla metanalisi firmata da ricercatori dell’Università di Napoli. Uno studio condotto sui dati di 4 casi. Per un totale di circa 200 mila uomini e donne tra i 26 e i 79 anni. Che sono stati seguiti per periodi di tempo compresi tra un minimo di 3 e un massimo di 33 anni. Emerge quindi, un’associazione positiva tra assunzione quotidiana e ripetuta della bevanda e riduzione dell’incidenza di ipertensione.

Ipertensione: la ricerca più nel dettaglio

L’effetto protettivo, assume significatività statistica a partire da tre tazze di caffè al giorno. Mentre non è significativo per consumi inferiori.

Inoltre, è da specificare che il tipo di caffè assunto dai partecipanti alle ricerche, era ottenuto per filtrazione. Quindi, il cosiddetto caffè americano.

Perciò non da moka, napoletana o macchina espresso, più tipici delle abitudini italiane. Tuttavia i ricercatori precisano che, ricerche precedenti, focalizzate sulle diverse preparazioni di caffè popolari nel mondo, hanno dimostrato la sostanziale sovrapponibilità dei risultati ottenuti con le diverse tipologie della bevanda.

I risultati

È possibile così, ipotizzare i possibili meccanismi alla base di queste osservazioni. La caffeina, ad esempio, determina un incremento soltanto a breve termine della pressione. Almeno nei soggetti che soffrono di ipertensione.

La stessa cosa non vale per i consumatori abituali di caffè. Inoltre, esercita anche un effetto blandamente diuretico e natriuretico che facilita cioè l’eliminazione di sodio con l’urina.

Potassio, magnesio, polifenoli

Ovvero l’acido clorogenico e suoi metaboliti, come l’acido ferulico. Assieme alle fibre solubili contenuti nel caffè (con e senza caffeina) possono contribuire all’equilibrio pressorio.

Attraverso alcuni meccanismi come quello antinfiammatorio e vasodilatante. Poi quello di miglioramento della sensibilità insulinica e di controllo del metabolismo glucidico).

La presenza della trigonellina

Un fitoestrogeno che modula in positivo il metabolismo degli zuccheri. E in più riduce l’enzima di conversione dell’angiotensina (Ace). Contribuisce inoltre alla riduzione del numero di cellule adipose associata al consumo di caffè.

Conclusioni

Non è possibile quindi stabilire una correlazione di tipo causa-effetto. Tuttavia, si può sostenere che, il consumo abituale di caffè, abbia un effetto favorevole sulla salute cardiovascolare. Ancora più nello specifico, sul profilo pressorio.

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