MILANO – Da Bruxelles è rimbalzata un interrogazione parlamentare, al Parlamento europeo, con richiesta di risposta scritta sul tema dei dolcificanti.
Ecco il testo.
Da una revisione di recenti studi su bevande e cibi dolcificati artificialmente o zuccherati, emerge che i dolcificanti artificiali, sostitutivi dello zucchero, anche quelli a calorie zero, non sono meno rischiosi per la salute rispetto allo zucchero vero e non costituiscono un’alternativa più salutare allo zucchero raffinato o allo sciroppo di glucosio.
Inoltre, vi è un effetto boomerang: se si consumano tanti prodotti dolcificati artificialmente, la risposta dell’organismo sia a livello cerebrale sia a livello metabolico risulta attenuata perché i dolcificanti non saziano la voglia di dolce che è insita nel cervello e anche perché non stimolano l’insulina come sa fare lo zucchero.
Ciò significa che affidandosi troppo a cibi e bevande dolcificati artificialmente si rischia di finire per mangiare di più; le prove che si sono accumulate negli ultimi anni suggeriscono che i consumatori assidui di sostituti dello zucchero (saccarina, sucralosio, aspartame ecc.) potrebbero anche essere a maggior rischio di ingrassare e di ammalarsi di sindrome metabolica, di diabete e malattie cardiovascolari.
Da dati attuali, il consumo frequente di dolcificanti può avere effetti inaspettati e dare disturbi metabolici. Consumare cibi dolci a basso contenuto calorico interferisce con le risposte dell’organismo che contribuiscono all’equilibrio energetico; quindi, il messaggio è che sia lo zucchero sia i dolcificanti vanno usati con moderazione e cautela. La voglia di dolce risulta insoddisfatta e il cervello non si attiva per inviare gli stimoli necessari alla produzione di insulina.
La conseguenza è che non ci si sente sazi, si mangia di più e si continua ad introdurre calorie attraverso l’assunzione di altri cibi, fino ad ottenere l’appagamento sperato, che potrebbe però essere accompagnato dall’accumulo di chili di troppo.
Chi soffre di problemi di obesità o di diabete, o chi sperava di dimagrire grazie ad aspartame, saccarina e altri dolcificanti artificiali, ha probabilmente una sola alternativa dal punto di vista dei dolcificanti: optare per la frutta fresca o essiccata e per soluzioni più naturali, come la stevia, oltre a diminuire in generale il consumo di alimenti dolci, sfuggendo alla dipendenza dagli zuccheri artificiali e raffinati.
Alla luce di quanto esposto, può la Commissione far sapere che posizione intende assumere circa l’aumento del consumo di bevande e cibi dolcificati artificialmente, e se intende predisporre uno studio aggiornato sulla valutazione dei rischi connessi alla salute dei consumatori abituali?