MONZA BRIANZA – Che cosa hanno in comune il caffè e la cosmesi? Un nome racchiude questi due settori: Intercos, azienda brianzola fondata da Dario Ferrari nel 1972, ai tempi un giovane di 29 anni che ha acquistato una fabbrica di rossetti, trasformandola presto in un’impresa che ora fa il suo ingresso in Borsa. La svolta profuma di caffè: è stata infatti l’applicazione di una tecnologia usata da Caffè Hag per estrarre la caffeina dai chicchi, alla produzione di cosmetici, a lanciare il successo di Intercos. Leggiamo la storia, dall’articolo di Francesca Vercesi su Repubblica Affari & Finanza.
Intercos debutta in Piazza Affari
Era il 1972 e Dario Ferrari aveva 29 anni quando decise di comprarsi una piccola azienda che faceva rossetti: dieci persone e uno spazio di duemila metri quadrati a Milano, dove far nascere un’impresa. Fino a quel momento aveva venduto le creme cosmetiche prodotte dalla svizzera Arval, di proprietà della madre. Era stato a Londra e aveva anche lavorato in pubblicità. Ma soprattutto aveva capito che c’era un mercato in espansione: in tutto il mondo le griffe del lusso stavano entrando nel settore del make up e avevano bisogno che ci fosse qualcuno in grado di produrle per loro.
Inizia così l’avventura della brianzola Intercos, oggi leader della cosmetica conto terzi, un colosso da 606,5 milioni di ricavi nel 2020, partecipato da fondi internazionali e pronto a debuttare sul listino principale di Borsa domani, il 2 novembre.
Ferrari, Da subito ha dato al gruppo una natura innovativa, focalizzando le sue attività nella ricerca (gli investimenti sono pari al 5% del giro d’affari).
Il primo vero successo è stato un ombretto più brillante e più facile da applicare, realizzato con una tecnologia che il caffè Hag usava per estrarre la caffeina dai chicchi
Se ne accorge un grande marchio del beauty newyorkese, che a fine anni Settanta gli offre un contratto milionario. Poi entrano fondi di private equity, fondi pensione internazionali, fino al recente fondo sovrano di Singapore (che nel febbraio scorso ha investito nelle holding di Ferrari una quota equivalente al 9% del capitale sociale di Intercos), con il fondatore che mantiene sempre il 44,5% per cento delle quote (e diritti di voto maggiorati).
Il prezzo del collocamento concluso con successo il 28 ottobre è di 12,5 euro per azione, pari a una capitalizzazione dell’azienda di 1,19 miliardi.
L’articolo completo, su repubblica.it.