di Nadia Deisori e Claudiana Di Cesare*
“Per prendere un caffè e tradire la moglie c’è sempre tempo” diceva Totò. L’accostamento forse è azzardato, ma Totò aveva ragione su una cosa: per gli italiani la pausa caffè è un rituale immancabile.
In realtà, l’Italia è solo al dodicesimo posto nella classifica del consumo pro-capite del caffè, ma il nostro espresso è sicuramente tra i più apprezzati e famosi nel mondo, grazie al suo gusto intenso ed aromatico.
Ma come si riconosce un buon caffè espresso servito al bar e naturalmente anche a casa?
Il primo indizio ce lo dà il tempo di preparazione. Un espresso di buona qualità deve ‘scendere’ in circa 25 secondi.
Una volta servito, guardate con attenzione la tazzina: se non c’è crema, probabilmente è stata utilizzata una miscela scadente. Lo strato di crema deve ricoprire interamente la tazzina, senza ‘buchi’.
Attenzione anche al colore: se è troppo chiaro, vuol dire che la quantità di chicchi impiegati è insufficiente, la temperatura dell’acqua bassa o la macinatura troppo grossa.
Viceversa, se notate una schiuma marrone troppo scura, con un cerchio bianco oppure nero nel mezzo, vi stanno servendo un caffè “sovraestratto”, che presenterà un gusto forte, amaro e legnoso.
In un perfetto caffè espresso la crema è di un colore nocciola intenso, con riflessi rossicci e delle striature irregolari più chiare.
Fondamentale è anche la sua consistenza: quando mettete lo zucchero, osservate per quanto tempo i granelli restano in superficie.
Se raggiungono il fondo della tazzina solo dopo qualche secondo, la densità è quella giusta. Inoltre, quando girate il caffè, la schiuma non deve scomparire, ma ricomporsi.
L’ultimo tassello è la degustazione.
Se il caffè presenta un corpo denso, pieno, aromatico, con una lunga persistenza al palato, fate i complimenti al barista: il suo espresso è perfetto.
Per gli avventori meno indulgenti, ecco un ultimo spunto per giudicare la bravura di un barista prima di complimentarsi: il manico della tazzina e il cucchiaio sarebbero dovuti essere posizionati verso destra.
E se siete autocritici e volete sapere se anche voi, come clienti, siete degni del prezioso nettare, ecco altri due indizi.
Siete dei buoni bevitori di caffè se vi dedicate alla sua degustazione per almeno un minuto e mezzo e se siete in grado di interpretare correttamente la funzione del bicchiere d’acqua gentilmente offertovi dal barista.
Ebbene, l’acqua va bevuta prima del caffè, per assaporarlo meglio, e non dopo per sciacquarvi la bocca.