MILANO – Nuove aperture in India per Starbucks, che inaugura quest’oggi il suo settimo locale nel subcontinente, il primo nel centro della capitale New Delhi.
L’avventura del colosso di Seattle in terra indiana – dopo anni di rinvii motivati anche dai propri problemi finanziari e di gestione – è iniziata lo scorso autunno a Mumbai. Massima metropoli del paese, con una popolazione che supera i 20,5 milioni di abitanti.
Starbucks opera in India per mezzo di Tata Starbucks Limited (Tsl)
Una joint-venture paritaria costituita assieme a Tata Global Beverages Limited, il secondo produttore indiano di tè (Tetley).
A quest’ultima fa capo anche la controllata Tata Coffee. Società che integra l’intera filiera produttiva del caffè. Dalla produzione del verde (con una ventina di piantagioni nel sud dell’India) alla trasformazione in torrefatto e solubile (di cui è il terzo esportatore indiano).
Tata Coffee ha acquisito nel 2006 da Gryphon Investors il controllo di Eight O Clock Coffee (Eoc). Marchio storico del mercato nord-americano, che intende ora rilanciare attraverso un sostanzioso programma di investimenti annunciato lo scorso mese.
Tata Global Beverages Limited
E’ parte della holding Tata Group, una multinazionale da 100 miliardi di dollari di fatturato, che opera anche in settori quali la siderurgia, la chimica, le telecomunicazioni, l’energia, l’industria alberghiera, l’automobile (detiene il controllo di Jaguar Land Rover).
L’accordo con Tata riveste un’importanza strategica per Starbucks anche per quanto riguarda l’approvvigionamento della materia prima e la produzione del caffè tostato.
L’impegno di Starbucks a stabilire salde relazioni di lungo periodo con l’industria locale
E’ stato riaffermato questa settimana in un incontro avvenuto a Delhi tra John Culver, presidente di Starbucks Coffee China and Asia Pacific, Avani Saglani Davda. Ceo di Tata Starbucks Limited, e il ministro indiano del commercio e dell’industria Anand Sharma.
La collaborazione tra Starbucks e Tata Coffee è già sfociata in una serie di progetti agronomici volti alla diffusione delle pratiche sostenibili, nonché in varie iniziative di Csr destinate ad avere concrete ricadute sulle comunità rurali.
Culver ha sottolineato
Come designer, artigiani e fornitori locali siano coinvolti anche nella progettazione degli ambienti delle caffetterie i cui interni e la cui offerta merceologia presentano una spiccata impronta indiana.