MILANO – La coffeemania indiana fa notizia anche sul Messaggero. Nel suo numero di sabato scorso, il quotidiano della capitale, in una pagina dedicata alla fiorente viticoltura della Napa Valley, si è occupato anche del fenomeno dei coffee shop.
In primo piano, la storia della catena “Barista”, nata a Nuova Delhi nel 2002, le cui insegne beige, arancio e marrone svettano ormai in tutte le principali città del paese. Sebbene i consumi siano cresciuti solo del 2%, le caffetterie hanno un impatto enorme sul piano del lifestyle: sedersi ai tavolini e sorseggiare un cappuccino è l’ultima moda tra i giovani metropolitani.
“Da Barista” scrive l’articolo “si leggono i giornali, si ascolta e si guarda Mtv, si fa finta di trovarsi a Roma o a New York”.
La maggioranza della popolazione appare comunque tagliata fuori da questa rivoluzione dei consumi e dei costumi: una tazzina di espresso costa infatti la bellezza di venticinque rupie: quanto basta per fare un pasto completo in un locale modesto.
Ma, come si legge alla fine “sedere da Barista con una tazza di cappuccino e Mtv davanti significa portare a casa anche un pezzetto di sogno. Il sogno dell’altrove occidentale che, per molti, è di fatto lontano quanto la luna”.