MILANO – Un’altra delle piantagioni selezionati per il grande lavoro sugli specialty svolto da Lavazza per la gamma Coffee Designers 1985, abbiamo parlato con il responsabile di Hoysala Estate di Sunil in India, che molto famoso per la produzione di caffè specialty. Vediamo in questa intervista come è la vita dei coltivatori, le loro speranze, le loro difficoltà e come collaborare in modo diretto con un grande torerfattore italiano grande possa migliorare le loro condizioni.
Com’è in India la vita di un coltivatore di Hoysala Estate ogni giorno a Sunil i India?
“E’ un vero privilegio e una gioia essere essere un farmer nei Ghati occidentali dell’India. (I Ghati o Gati occidentali sono una antichissima catena montuosa situata nella parte sud-ovest della penisola indiana, scorrendo per 1600 km da nord a sud lungo la parte occidentale della piana del Deccan nel sud dell’India; n.d.r.). Far crescere il caffè e il pepe è un’esperienza incredibile. La nostra giornata inizia con regolarità sempre alle 7.25 con l’appello a tutti i lavoratori. A ciascuno, poi, vengono assegnati i diversi compiti del giorno. Le attività hanno delle priorità che sono dettate dal ciclo stagionale e alla situazione della piantagione. Dopo il lavoro nei campi, si aggiornano tutti i dati in ufficio e chiudiamo tutto attorno alle 5.30 del pomeriggio.”
Quali sono le caratteristiche principali della vostra azienda?
Hoysala Estate: “Le nostre piantagioni esistono dagli ultimi anni del 1800, gestite dalle stesse famiglie da generazioni: l’obiettivo resta lo stesso, ovvero quello di produrre un caffè eccellente. Abbiamo sviluppato e affinato coltivazioni e abilità professionali nel corso dei duecento anni per adattarci all’ambiente locale, comprese le piogge e il terreno. Le piantagioni si trovano tra i 900 metri slm e i 1350 metri slm. Il suolo è ricco di humus e materia organica, con abbondanza di minerali che giocano un ruolo essenziale nell’ospitare microbi del suolo e funghi delle più diverse e rare tipologie. Questo crea uno dei migliori terreni per non soltanto per il caffè ma anche per pepe nero, spezie e frutta.”
Quindi non solo il caffè
Hoysala Estate: “I campi sono coltivati su terreno in pendenza su due file d’ombra. Le piante da caffè sono intervallate con gli alberi di alto fusto spontanei in questa zone di giungla e degli alberi più piccoli che equilibrano l’azoto nel terreno. Il pepe nero cresce nell’ombra e tra gli alberi di alto fusto. In alcune zone delle piantagione il caffè cresce assieme ad arance e avocado. Il tempo ha provato che tutte le pratiche che utilizzano materiali organici e inorganici sono orientate verso l’ecologia locale e strategie di coltivazione sostenibili a lungo termine.”
Quali sono i tipi di caffè che producete?
Hoysala Estate: “Annualmente produciamo circa 10.000 sacchi di Arabica eccellente e di Robusta lavati da 60 chilogrammi, naturali, e col metodo honey. Tra le Arabica contiamo il Sarchimore, il Catuai e il SIn.795. Coltiviamo anche lo Yellow Bourbon e il Geisha, ma sono delle novità per la nostra piantagione. Tra le Robusta invece, principalmente produciamo la Old Robusta, la Peredenia e la SIn. 274.”
Quando e perché ha deciso di esser un agricoltore specializzato nel caffè?
Hoysala Estate: “Discendiamo da una famiglia che si è sempre occupata di questa attività e condividiamo quindi una lunga conoscenza di questa coltura. Nonostante alcuni di noi abbiano perseguito anche delle carriere nel campo della finanza, siamo tutti ritornati qui tornati circa 15 anni fa per inseguire i nostri sogni di portare il caffè d’eccellenza dall’India in tutto il mondo. E anche di vivere più vicini alla natura, portando avanti la nostra eredità di famiglia”.
Quali sono le difficoltà di questo lavoro?
Hoysala Estate: “Sono i cambiamenti repentini e imprevedibili del clima, così come le malattie della pianta che causano delle ingenti perdite nel raccolto. Poi la scarsità di manodopera che porta a un aumento del salario. Il prezzo stagnante del caffè che fa pressione alla redditività. ”
Quali sono i rischi se niente cambia?
Hoysala Estate: “C’è un solo rischio: coltivare il caffè sarà un’attività trascurata e opzioni diverse si faranno strada. Raccolti alternative rimpiazzeranno il caffè e ci si concentrerà nello sviluppo del turismo e del real estate. Questo avrà poi un impatto evidente sull’ambiente locale e quindi sulla qualità e sulla quantità del caffè prodotto.”
Come pensate di combattere il cambiamento climatico e tutte le altre malattie che mettono a rischio le coltivazioni caffeicole?
Hoysala Estate: “Le nostre piantagioni si trovano nella zona dei Ghati occidentali dell’India, che sono riconosciuti dall’Unesco. Sono più vecchi dell’Hymalaya e sono stati definiti come uno degli otto luoghi più caldi della terra, caratterizzati dalla biodiversità e messi nella lista dei patrimoni naturali dall’Unesco nel luglio 2012. Continuare a coltivare qui il caffè e preservare le coltivazioni è il nostro più grande contributo contro il cambio climatico. Contiamo sull’aiuto di tutti in questa lotta, attraverso l’acquisto dei caffè al loro vero valore.”
Come siete riusciti a stringere una collaborazione con una grande azienda come Lavazza?
Hoysala Estate: “Produciamo ed esportiamo i nostri caffè da diversi anni, specialmente attraverso l’Nkg, Neumann Kaffee Gruppe India. Con loro, il team Lavazza ha potuto visitare le nostre piantagioni nel 2013 e poi di nuovo nel 2019. Hanno apprezzato quello che hanno osservato a livello operativo, insieme alla nostra passione e al nostro impegno per ottenere un prodotto di livello. Hanno anche fatto degli assaggi nell’occasione e analizzato alcuni dei nostri caffè e questo li ha convinti definitivamente a lavorare insieme a nioi. Siamo molto felici di poterlo fare e speriamo che la nostra relazione si possa sviluppare negli anni che verranno”.
Che cosa ha cambiato nel vostro lavoro?
Hoysala Estate: “Ha aperto un gran numero di porte per noi. E poi questa azienda ha delle aspettative molto precise e così è più facile venir incontro alle esigenze per un largo consumo piuttosto che soddisfarne tante e piccole. Andando avanti, Lavazza potrà utilizzare il nostro caffè sempre di più e quando questo si verificherà si stabilizzerà anche il rischio nelle vendite, permettendoci di focalizzarci solo sulla produzione e allo stesso tempo sostenere le piantagioni.”
In poche parole, può convincere un consumatore tipico italiano, che pagare a solo un euro la tazzina non è giusto?
Hoysala Estate: “Non è il consumatore finale che ha bisogno di esser educato a pagare di più il caffè. Sono le regole del mercato che devono cambiare. Se rapportassimo il prezzo odierno di 4 euro al chilo per il caffè verde di alta qualità, a quello finale di un euro a tazzina, il margine costituirebbe solo 0,06 euro. I restanti 0,94 rappresentano il valore dell’intermediazione necessario a portare il caffè al consumatore.
Se si ottenesse un’efficienza di 3 centesimi e questa venisse trasferita al produttore, sarebbe un modo efficace per garantire a lungo termine la sostenibilità della piantagione e dare ai coltivatori un grosso incentivo a produrre caffè di alta qualità per il consumatore finale.
E’ molto incoraggiante per noi sapere che Lavazza ha fatto molti passi in avanti in questa direzione e desidera compierne altrettanti in futuro.”