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INDIA – Il quinto Festival Internazionale del Caffè è in corso a Bangalore, la capitale del Karnataka

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MILANO – Dopo la parentesi del 2012 nella capitale Delhi, l’India International Coffee Festival (Iicf 2014) torna a Bangalore, capitale del Karnataka, il massimo stato produttore di caffè del subcontinente. Organizzato dall’India Coffee Trust, con il supporto del Coffee Board, l’evento biennale, giunto alla sua quinta edizione, è in pieno svolgimento presso il convention center dell’hotel The Lalit Ashok.

L’India Coffee Trust è un’organizzazione non-profit nata nel 2008 per iniziativa di un gruppo di stakeholder, con lo scopo di promuovere i consumi e favorire lo sviluppo della filiera del caffè.

Il Coffee Board of India è lo storico organismo paragovernativo responsabile del coordinamento delle politiche di settore.

Il programma del Festival prevede workshop, convegni, conferenze, dimostrazioni. È stata allestita anche un’area espositiva, che ospiterà una qualificata rappresentanza di imprese indiane e internazionali di rilievo assoluto.

Il Festival sarà anche teatro delle finali del campionato nazionale baristi, che designeranno il rappresentante indiano al mondiale di Rimini.

Il tema dell’edizione di quest’anno del Festival sarà “The changing face of coffee”.

INDIA COFFEE FESTIVAL

La conferenza si è aperta ieri  mattina, con la sessione inaugurale, che ha visto la partecipazione di importanti autorità locali, nonché dei vertici dell’India Coffee Trust e del Coffee Board.

Gli indirizzi inaugurali sono stati pronunciati dal direttore esecutivo Ico Robério Oliveira Silva e da R.K. Pachauri, presidente dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico.

Sino a domenica si discuterà dei mutamenti in atto nel mondo del caffè in termini di produzione, consumi, commercio, logistica, marketing e conoscenze scientifiche.

Tra gli oratori invitati Hameed Huq, direttore esecutivo di Tata Coffee, il presidente del Coffee Board Jawaid Akhtar, Kirsty MacGregor di Volcafe, Deverl Maserang (vice direttore esecutivo supply chain per Starbucks International), Ajay Kaul (ceo di Jubilant Foodworks, il master franchisee in India di Dunkin’ Donuts), Daan De Vries (direttore commerciale di UTZ Certified) e, per i big dell’espresso italiano, Anna Illy.

A ideale completamento del programma ufficiale del Festival  è previsto, in opzione, il pacchetto Coffee Trail Itinerary 2014, un itinerario di tre giorni delle terre indiane del caffè alla scoperta del mondo della produzione e delle tradizionali locali.

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Caffè nelle terre del tè

Durante la conferenza di presentazione del Festival, il Coffee Board of India ha esposto questa settimana le linee guida della nuova strategia di sviluppo volta a incrementare, al tempo stesso, produzione e consumi.

I consumi indiani di caffè non raggiungono i 100 grammi annui pro capite.

Ma anche un dato così modesto – se moltiplicato per una popolazione di circa 1,1 miliardi di persone – è sufficiente a fare dell’India uno dei massimi mercati di consumo nel gruppo dei paesi produttori.

“Dai 60-70 grammi dei primi anni duemila siamo passati agli attuali 90 grammi, con un ritmo annuo di crescita della domanda interna attestato al 2,8% negli ultimi cinque anni e al 2,4% nel pari periodo precedente.

Il 70% della produzione nazionale viene imbarcato verso i mercati esteri – ha dichiarato Akhtar – Mantenendo invariato l’attuale livello dell’export intendiamo incrementare i consumi interni accrescendo la produzione. A tale scopo abbiamo individuato delle nuove aree negli stati del Bengala occidentale e di Himachal Pradesh, in cui introdurre la coltura del caffè nell’ambito del 12° Piano”.

Il Coffee Board – ha spiegato ancora Akhtar – sta già realizzando degli studi di fattibilità in vista dei primi progetti pilota. È interessante osservare come tra le aree papabili del West Bengala ci siano anche dei territori collinari prossimi al distretto di Darjeeling, famoso per le sue piantagioni di tè.

Per quanto riguarda le aree tradizionali – Karnataka, Kerala, Tamil Nadu e Andhra Pradesh – l’obiettivo è invece quello di incrementare la produttività a parità di superfici coltivate.

Il Coffee Board ha recentemente rivisto al ribasso la stima sul raccolto 2013/14 portandola a 311 mila tonn, a causa dei danni arrecati dal monsone in numerose regioni di produzione.

Un ulteriore elemento limitante il potenziale produttivo degli arabica è il nuovo proliferare del verme del fusto (Xylotrechus quadripes).

Per mettere a punto un’opportuna strategia di profilassi fitosanitaria, il Coffee Board sta collaborando con il Consiglio indiano per la ricerca agricola. È inoltre in contatto con il World Coffee Research, allo scopo di individuare e sviluppare nuove cultivar resistenti.

indian-coffee-house

Nuove sfide

“Il successo delle caffetterie ha cambiato il modo di bere il caffè degli indiani – afferma Anil Kumar Bhandari, presidente dell’India Coffee Trust – ma molto rimane da fare per accrescere la consapevolezza del consumatore medio e, soprattutto, per fare sì che il caffè, oltre che nei coffee shop, si consumi anche nelle case degli indiani”.

Tra le priorità individuate da Bhandari, la diffusione di una migliore cultura di consumo e la corretta informazione sulle proprietà e le caratteristiche positive della bevanda , che molti, in India, considerano tuttora poco salutare per l’organismo.

Tutti temi che verranno ampiamente trattati nell’ambito del Festival, il cui programma prevede anche una serie di appuntamenti seminariali dedicati agli addetti ai lavori.

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