MILANO – Evoluzione negativa per l’export indiano di caffè. Dati diffusi dal Coffee Board of India evidenziano, nel periodo 1° gennaio 3 febbraio, un calo superiore al 29% degli imbarchi, che si attestano a 20.590 tonn, contro 29.029 tonn nello stesso periodo dell’anno scorso.
L’Italia rimane di gran lunga il mercato più importante dei produttori del sub continente, con un volume esportato verso il nostro paese di 4.212 tonn.
Seguono, nettamente staccate, Turchia (1667 tonn), Germania (1553 tonn), Ucraina, Belgio e Russia.
Tra il 1° aprile (data di decorrenza dell’anno finanziario indiano) 2014 e il 3 febbraio 2015, l’export è stato di 222.774 tonn contro 243.743 tonn nel corrispondente lasso temporale dell’anno precedente (-8,6%).
L’export dall’inizio dell’annata caffearia 2014/15 (1° ottobre 2014-3 febbraio 2015) è stato invece di 76.147 tonn, in flessione del 13,5% rispetto al 2013/14.
Si osserva, in compenso, una crescita a valore del 2,2%, con un fatturato che raggiunge i 632,17 milioni di dollari.
Nell’arco dell’intero anno fiscale 2013/14 (1° aprile-31 marzo), le esportazioni indiane sono state pari a 312.397 tonn: un dato in ripresa (+2,68%) rispetto alle 304.251 tonn del 2012/13, ma ancora molto lontano dal massimo storico di 344.356 tonn del 2011/12.
Previsioni negative
L’export indiano subirà un calo di almeno il 10% nell’annata caffearia in corso. Lo afferma il presidente dell’Associazione degli esportatori di caffè dell’India Ramesh Rajah.
Secondo Rajah, la flessione sarà determinata, in primo luogo, dalla minor produzione di arabica (-12%), conseguenza della siccità e degli attacchi dei parassiti.
Ma a detta del presidente, il comparto paga anche la minor competitività dei caffè indiani sui mercati internazionali rispetto ad altre origini, che presentano un rapporto prezzo/qualità più vantaggioso.
Norme più rigide per l’utilizzo dei marchi
Giro di vite nell’utilizzo del marchio collettivo Coffees of India. D’ora in poi, esportatori, commercianti e torrefattori dovranno ottenere preventivamente il consenso del Coffee Board of India – detentore esclusivo dei relativi diritti– per poter utilizzare il marchio, la denominazione e i vari loghi, su packaging, sacchi e materiale pubblicitario.
Intanto, il Coffee Board ha già ottenuto la registrazione di una decina di loghi (tra i quali Robusta Kaapi Royale, Pulneys, Annamalais, Chikmagalur, Coorg e Coffee Swami) presso il registro dei marchi di Chennai e altrettanti (tra questi rientrerebbero Mysore Nuggets e Monsooned Malabar) sarebbero in attesa di un analogo riconoscimento.
L’utilizzo dei loghi sarà soggetto – oltre che a un’autorizzazione – al pagamento di una royalty annuale.
Secondo Ramesh Rajah, questa misura contribuirà a riqualificare i caffè indiani sui mercati internazionali e ad accrescere la brand identity presso i consumatori di tutto il mondo.