MILANO – L’India guarda ai mercati emergenti per ridurre la dipendenza dai suoi tradizionali clienti europei. Parlando alla Conferenza dei Produttori del Karnataka, Jawaid Akhtar – presidente del Coffee Board of India, l’organismo paragovernativo di coordinamento del settore – ha dichiarato che è vicina l’approvazione di un “un programma di marketing mirato per il caffè indiano”, che diverrà parte integrante del XII Piano (2012-2017).
“A seguito della crisi europea abbiamo visto che c’è mercato per il caffè indiano anche in altre aree geografiche, come gli Usa, il Canada, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda” ha spiegato Akhtar aggiungendo che la stessa Corea del sud si sta rivelando un mercato promettente.
Il presidente del Coffee Board ha inoltre messo l’accento sulla necessità di promuovere la qualità e il valore aggiunto aumentando le vendite all’estero di caffè trasformato.
“Negli ultimi due anni, l’export di solubile ha registrato un’impennata – ha detto ancora Akhtar – Ormai siano secondi soltanto al Brasile in termini di volumi venduti sui mercati internazionali”.
Akhtar ha annunciato poi che sono vicini alla messa a punto nuovi ibridi di arabica ad alto rendimento, che dovrebbero migliorare sensibilmente le rese unitarie.
Il Coffee Board intende altresì espandere le aree coltivate nei tre principali stati produttori – Karnataka, Tamil Nadu e Kerala – dove sono stati individuati 20 mila ettari di terreno adatti alla coltura del caffè.
“Puntiamo ad accrescere le superfici anche negli stati non tradizionali di Orissa e Andhra Pradesh” ha aggiunto Akhtar sebbene “i bassi livelli di produttività costituiscono un ostacolo”.
Il governo verrà incontro ai produttori anche per quanto riguarda la meccanizzazione.
Un pacchetto di finanziamenti verrà definito a breve, sempre nell’ambito del XII Piano.