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lunedì 04 Novembre 2024
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India, c’è il gelato Hitler in vendita per chi ha voglia di dolce

Negli ultimi mesi in India sta spopolando una nuova marca di gelato, ribattezzata con il nome del Führer: Adolf Hitler. Una scelta che fa rabbrividire gli amanti del dolce, i quali si trovano a scartare coni che rappresentano il viso serio e baffuto del terribile dittatore

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NEW DELHI – È difficile capire cosa il marchio di gelati Hitler (FOTO) possa avere in comune con il leader del nazismo: la cremosità e bontà del prodotto non ne risulta affatto sacrificata. A far scalpore è la scelta di una immagine pubblicitaria che sembra cozzare con il contenuto di ciò che si acquista.

Dolce, adatto a bambini ed adulti, con una conoscenza più o meno profonda della storia internazionale. Non certo destinato ad estremisti politici e religiosi che, tramite il controllo di ciò che si mangia, si prefiggano di trovare adepti tra i consumatori.

Si tratta dunque di una strategia di marketing volta a massimizzare le vendite? O di semplice mancanza di consapevolezza del ruolo che Hitler riveste ancora oggi nelle coscienze delle generazioni europee?

L’azienda produttrice, la MVF Products, con base a Meerut, si discolpa affermando che la scelta del nome del gelato sia stata ispirata da uno zio di famiglia che veniva soprannominato Hitler.

Sembra che in India alle persone dal temperamento impulsivo e tendente all’ira sia spesso affibbiato il nomignolo del leader nazista. Anche la foto utilizzata sull’incarto dei coni gelato, sembra rievocare le sembianze dello zio del produttore, baffuto e austero.

Nonostante la vendita di tale marchio di gelati sia stata avviata più di un anno fa nello stato dell’Uttar Pradesh, è solo di recente che ha registrato una serie di polemiche, provenienti dalla stampa estera (soprattutto tedesca e israeliana).

La MVF sostiene che in passato una linea collaterale di gelati aveva il nome di Chacha Chaudhary (zio Chaudhary), per rendere i coni un prodotto in cui la società potesse identificare facilmente i propri valori familiari.

Non vi sono dunque strategie di marketing celate dietro a questa scelta, più dettata dalle carenze in termini di conoscenze storiche degli indiani che da un obiettivo di vendita. Specialmente in uno stato indiano che non è certo uno dei più attivi in ambito di innovazione e massimizzazione dei profitti.

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