di Cinzia Lucchelli*
C’è chi al mattino beve un caffè e via, chi fa tappa fissa al bar per cappuccino e brioche, chi imbandisce la tavola di casa già dalla sera prima quasi celebrasse un rito. Comunque la si affronti, la prima colazione è considerata dalla comunità scientifica un’abitudine alimentare del tutto salutare, chi la salta e tocca cibo solo a pranzo sbaglia.
La colazione ha il compito prezioso di spezzare il lungo digiuno notturno e di fornire le energie necessarie per affrontare un nuovo giorno. Lo suggerisce, d’altra parte, anche il termine in inglese: breakfast, letteralmente interruzione del digiuno. Quando è adeguata e consumata in modoregolare contribuisce a migliorare lo stato nutrizionale, a qualsiasi età, con effetti positivi su prevenzione di sovrappeso e obesità.
Sopravvalutata? Ruolo di eccellenza appena scalfito da recenti studi che hanno messo in dubbio un’influenza diretta tra questo pasto del mattino e il metabolismo del nostro corpo.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bath, nel nord dell’Inghilterra, ad esempio, osservando per sei settimane un gruppo di 33 volontari, ha registrato che chi tra loro saltava la colazione tendeva sia adassumere sia a consumare maggiori calorie nel corso della giornata. Insomma mangiare o meno al risveglio non aveva conseguenze sul peso delle persone sotto studio. Anzi.
La colazione degli italiani L’importanza della colazione non è comunque messa in discussione. Comune alla maggior parte degli italiani, è amata soprattutto dalle donne. Negli ultimi anni si tende a saltarla più spesso ma anche a farla meglio.
Dal 2004 al 2013, racconta infatti un’ indagine realizzata dalla Doxa per Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), il numerodi chi decidedi rimanere digiuno al risveglio, per mancanza di tempo o di appetito o semplicemente per cattiva abitudine, è cresciuto, passando dall’8 al 14 per cento.
Ma sono sempre più le persone che scelgono di rimanere a casa per il primo pasto della giornata (più 20 per cento) e soprattutto chi si siede a tavola sta più attento alle scelte alimentari, prediligendo (44 per cento) prodotti ricchi di fibre e con pochi grassi. La presenza della frutta è aumentata in modo notevole (più 128 per cento), anche se poi la colazione per noi rimane un trionfo di biscotti (58 per cento), latte (35 per cento) e caffè in diverse varianti (semplice, caffelatte e cappuccino insieme fanno il 61per cento).
La svolta salutista La versione ai nostri giorni più diffusa, bevande calde e cibi dolci, è in realtà una scoperta moderna, risale al Settecento. Prima e comunque a lungo in ambienti popolariprevalevano cibi freddie salati, in unasorta di riproposizione di quello che si mangiava a pranzo anche se in una forma semplificata e ridotta. Oggi, rispetto al passato, siamo sempre meno vincolati dalle tradizioni culturali locali e facciamo più caso alla qualità nutrizionale degli alimenti. Sulla tavola tendiamo allora mettere cibi industriali prodotti sulla base di criteri salutistici che via via stanno scalzando quelli dai sapori forti caricati in modo artificiale. Da qui la comparsa di latte alla soia e cereali rigorosamente integrali, merendine biologiche, mandorle e spremute multivitaminiche.
Il nutrizionista: ecco le regole da seguire per una sana colazione
Quanto e cosa mangiare Uno dei punti di forza e anche di piacere della colazione rimane la creatività, la possibilità di sfuggire a menù fissi per variare a seconda di stagioni, preferenze e gusti. Dote soprattutto femminile: sono le donne che dimostrano maggiore fantasia nel cercare soluzioni alternative.
D’altra parte non esiste, dicono i nutrizionisti, un modello unico daseguire, neppure declinato nelle diverse stagioni della vita. L’importante, ribadiscono, è farne un appuntamento regolare. E poi occorre attenersi a un regime calorico che corrisponda al 20 per cento del nostro fabbisogno giornaliero; quota variabile in base a sesso, età, peso e stile di vita. Infine, va curata la composizione con un occhio di riguardo all’equilibrio tra le componenti nutrizionali presenti. Non va bene ad esempio mangiare al risveglio solo cibi dolci. Meglio unire latte o derivati a prodotti a base di cereali e a frutta.
Il contesto conta Il primo pasto della giornata segna il passaggio dalla notte al giornoe rappresenta, inunafamiglia, anche un’occasione di incontro, confronto, socializzazione. Il contesto dovrebbe essere gratificante.
L’ideale sarebbe consumare questo pasto in un ambiente rilassato e tranquillo. Dunque il primo nemico da combattere è il tempo: per vincere basterebbe alzarsi qualche minuto prima oppure apparecchiare la tavola e tirare fuori tazze e biscotti già dalla sera precedente. Il momento è importante soprattutto per ibambini che non devono considerare questo pasto come facoltativo e che non dovrebbero essere lasciati soli mentre lo consumano.