MILANO – È un bilancio a tinte chiaroscure, quello tracciato da Competitive Data nella relazione “Caffè nei pubblici esercizi in Italia nel 2013”, di cui sono stati resi noti ieri i dati salienti.
Secondo l’agenzia milanese, anche il 2013 è stato un anno difficile segnato da un ulteriore calo a valore dei consumi nel canale Ho.Re.Ca del 2,6%. Nel contempo va anche osservato il ritorno a margini di profitto significativi per le aziende, grazie alla flessione dei prezzi del verde scesi a minimi pluriennali nell’autunno scorso. Un vantaggio ormai venuto meno quest’anno, vista la forte ripresa dei corsi intervenuta a partire da gennaio e la prospettiva di un nuovo ciclo rialzista destinato a durare a lungo.
Tornando al comparto in esame si osserva una situazione differenziata a livello territoriale. Più dinamiche le aziende del sud, che registrano addirittura un lieve incremento a valore (+0,4%) rispetto al 2012, mentre segnano decisamente il passo le aziende del nord-est (-2,3%).
Complessivamente – scrive Competitive Data – si difendono meglio le torrefazioni con maggiori capacità di penetrazione dei mercati esteri, potendo controbilanciare le criticità del mercato interno con le esportazioni. Non a caso, cifre recenti del Comitato Italiano Caffè testimoniano un’ulteriore avanzata dell’export di torrefatto, che nel corso del 2013 è cresciuto di oltre il 10%.
Sul fronte interno – sostiene ancora il rapporto – continua a rendersi necessaria un’azione di selezione dei punti vendita, con una tendenza generale a eliminare dal portafoglio clienti quegli esercizi con le maggiori problematicità in termini di tempi di pagamento.
Il diffuso stato di insolvenza della clientela rende critica la disponibilità di risorse finanziare con cui far fronte a repentine tensioni sui flussi di cassa, si legge ancora nel report. Riescono ad acquisire quote le torrefazioni dotate di risorse tali da finanziare i momenti di difficoltà degli esercenti, mentre si acuiscono le difficoltà finanziarie, fino all’uscita dal mercato, per le torrefazioni deboli sotto questo aspetto.
La situazione di sofferenza induce sempre più spesso a compromessi al ribasso: cresce infatti il numero di esercizi che passano a miscele economiche di bassa qualità, spesso realizzate da torrefazioni semi-artigianali e, in qualche caso, auto-prodotte.
I torrefattori, a loro volta, puntano con maggiore aggressività sul fattore prezzi approfittando, come già detto, del minor costo della materia prima.
Si osserva inoltre un utilizzo più intensivo del monoporzionato anche nel canale Ho.Re.Ca. (+11,5% a volume nel 2013), indotto dal calo dei consumi di caffè in grani, come dall’esigenza di contenere l’impatto delle macchine espresso professionali sui costi aziendali.
Da registrare, infine, un’attenzione sempre maggiore tra i torrefattori ai temi della sostenibilità e del commercio equosolidale legata anche alle scelte compiute in questo senso da parte dei principali player globali.