MILANO – Un fascicolo d’inchiesta per truffa è stato aperto dalla procura di Treviso sulla base di alcune denunce presentate da investitori francesi coinvolti in un progetto imprenditoriale riguardante capsule da caffè biodegradabili in cui compare la struttura francese della finanziaria «21 Partners».
Nell’inchiesta, affidata al pm Massimo De Bortoli, risulta indagato – secondo quanto ha riportato il «Corriere della Sera» – Alessandro Benetton (FOTO), in qualità di presidente della francese «21Centrale Partners» e Ammistratore delegato di «21Partners Spa». La difesa di Benetton ha presentato una memoria difensiva per dimostrare la totale estraneità dalla vicenda.
Secondo quanto si è appreso, la chiamata in causa sarebbe legata solo alle funzioni societarie svolte da Benetton, che non avrebbe alcuna conoscenza diretta delle persone che hanno denunciato la presunta irregolarità.
Il procuratore della Repubblica di Treviso, Michele Dalla Costa, ha confermato oggi che l’ufficio ha iniziato «a svolgere un’attività investigativa per il semplice fatto che le denunce di alcuni investitori sono state indirizzate ai nostri uffici. Ma non è affatto escluso – ha detto – che potremmo dichiararci territorialmente incompetenti».
Al centro della complessa vicenda, gli investimenti che sarebbero stati fatti per un centinaio di milioni di euro in più trance, tra il 2008 e il 2010, per un progetto relativo al lancio di capsule del caffè compatibili con le macchine a standard Nespresso, ma brevettate biodegradabili e a un costo inferiore di quelle normali da un manager attraverso una specifica società per azioni.
L’ingresso nella società sarebbe stato presentato come un possibile affare dalla finanziaria legata a Benetton, che, sulla base di un proprio business plan, ha fatto anche degli investimenti diretti entrando nel capitale della società, per circa il 15%. Il prezzo di ogni azione è lievitato negli anni, ma alcuni investitori, alla luce del fatto che non sarebbe andata finora in porto una maxi commessa per le capsule da caffè, si sono sentiti danneggiati e hanno fatto ricorso alla magistratura.