MILANO – Robusta come gli arabica. La borsa di Londra è volata ieri a un nuovo massimo storico di 2.488 dollari superando, in corso di contrattazione, la soglia dei 2.500 dollari. E stando agli indicatori statistici Ico, una libbra di caffè robusta costa oggi quanto una libbra di arabica naturali brasiliani due anni e mezzo fa.
L’impennata dei prezzi della varietà meno pregiata contribuirà sicuramente a rilanciare gli investimenti dei produttori del Vietnam, che in questi ultimi anni hanno dirottato parte delle loro risorse su colture più remunerative, come il durian o il frutto della passione.
Non che per il caffè sia andata male, anzi. Nel 2022, l’export vietnamita ha raggiunto un valore record di 4 miliardi di dollari: il 30% in più rispetto al 2021.
La domanda di robusta è in crescita, a fronte della minore produzione di arabica e della maggiore domanda di miscele economiche indotta dalla crisi e dal caro prezzi.
Ma robusta non è necessariamente sinonimo di caffè di qualità inferiore, a basso costo. Da tempo infatti si parla di valorizzazione di questa varietà, anche in chiave specialty, sebbene il tema rimanga controverso, anche per ragioni oggettive.
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