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In Giappone Nespresso ingaggia Pepper il robot emozionale

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di Davide Turrini*
Costa 1600 dollari, ha la testa bianca e tonda, muove ancora braccia e tronco come lo Zed di Raffaella Carrà, ma è in grado di leggere le emozioni dell’uomo ascoltandone tono delle voce e osservandone l’espressione degli occhi.

Il nuovo prodigio della robotica si chiama Pepper ed è stato venduto dalla giapponese Softbank Robotics in 1000 esemplari, oltretutto bruciati dopo un minuto di vendita tra prenotazioni online e grandi magazzini di Tokyo, nell’ultimo weekend di giugno 2015.

La particolarità di Pepper è quella di essere un robot “emozionale”, nel senso che è in grado di percepire le sensazioni che sta provando il suo padrone/acquirente.

Lo “humanandroid” ideato dall’azienda francese Aldebaran, una controllata della compagnia telefonica Softbank, interagisce con gli esseri umani verbalmente ma ha anche come scopo il mettere le persone a proprio agio, tanto che la sua commercializzazione di “massa” in giugno gli ha assegnato il ruolo di assistente personale o familiare, compiendo semplici operazioni casalinghe nelle case, cucine e salotti di chi lo ha comperato.

“Pepper è molto più di un robot, è un compagno in grado di comunicare con l’utente attraverso l’interfaccia più intuitiva che conosciamo: la voce, il tatto e le emozioni”, hanno scritto i tecnici Aldebaran nella presentazione della loro creatura. “Se scoppierete a ridere, lui capirà subito che siete di buon umore. Se siete accigliati, comprenderà immediatamente che qualcosa vi dà fastidio”.

Pepper pesa quasi 28 chilogrammi, è alto poco più di un metro, dispone di una batteria che dura 14 ore, ha due telecamere montate in testa che agiscono come occhi, così come quattro microfoni direzionali al posto delle orecchie.

Il suo software è open source, e ad oggi per lui sono già disponibili circa 200 app tra cui quella dell’apprendimento delle lingue e delle fotografia. Nel mese di dicembre 2014, la Nescafé ha “assunto” 1.000 robot Pepper come commessi nei negozi di elettrodomestici in Giappone, per aiutare i clienti alla ricerca di una macchina da caffè Nespresso.

“Pepper è in grado di spiegare prodotti e servizi di Nescafé impegnandosi in una conversazione con i consumatori”, ha spiegato Kohzoh Takaoka, presidente e amministratore delegato di Nestlé Giappone.

“Mi auguro che questo nuovo modello di coinvolgimento dei consumatori si espanderà in tutto il mondo come esempio di innovazione giapponese”. I robot Pepper torneranno sul mercato giapponese a luglio 2015 in una seconda infornata con un prezzo che varierà dai 1100 ai 1600 dollari.

La Aldebaran, infine, ha progettato un anno fa e messo in commercio in diverse migliaia di esemplari anche un altro “humanandroid”: Neo. Il robot, simile nelle fattezze a Pepper, lavora in via sperimentale come impiegato che accoglie i clienti dandogli informazioni presso le filiali di Mitsubishi UFJ Financial Group.

I robot simili agli uomini sono molto popolari in Giappone, ma non sono riusciti a diventare un successo commerciale altrove. La Sony, ad esempio, ha venduto dal 1999 al 2006 parecchie centinaia di esemplari di un cane robot di nome Aibo, tolto dopo pochi anni dal mercato perché le vendite erano calate e perché molti utenti avevano aggiornato il software di Aibo con programmi non autorizzati dall’azienda.

Ora si attendono soltanto le reazioni dei clienti di fronte alla convivenza con Pepper: stupore come di fronte alla bimba Eva, dello spettacolare film omonimo spagnolo del 2011 diretto da Kike Maillo, o inquietante, metallica e gelosa presenza tra le mura domestiche come in Io e Caterina (1980) di Alberto Sordi?

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