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In Brasile c’è posto soltanto per i grandi torrefattori

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di Gil Manigrassi

Tra novembre 2013 ed ottobre 2014, il settore del caffè in Brasile, ha visto una grande evoluzione con l’ampliamento delle imprese già grandi e, di conseguenza, la scomparsa di molte di quelle piccole.

Secondo l’Abic (Associazione brasiliana dell’industria del caffè) la contrazione del numero delle piccole aziende è in corso da anni ed è dovuto dovuta alla concorrenzialità dei prezzi del mercato e ai margini sempre più ridotti.

Sempre l’Abic ha mostrato nei suoi studi sul settore caffè che su un totale di 1.428 ditte attive nel 2013 in tutto il Paese, a fine anno si è vista una forte riduzione che ha fatto scendere il numero delle aziende ancora attive a 1.299.

Il calo avviene per acquisizione delle industrie più piccole da parte delle grandi ditte che stanno puntado alla massima espasione. L’esempio è il Gruppo 3 Corações che è leader nazionale del settore del chiccho alla tazzina e lo scorso anno ha acquistato la ditta Itamaraty nello Stato del Paranà, la maggior ditta di quello Stato.

Ma, a questo, si aggiungono altre, soprattutto ditte estere, che vogliono apparire sul mercato locale, già con una forte e consolidata presenza di mercato.

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