domenica 22 Dicembre 2024
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In Austria le capsule hanno superato il caffè filtro

Gli austriaci bevono più caffè di noi italiani

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Che cosa fanno gli austriaci non appena hanno oltrepassato il confine con l’Italia? Si precipitano in un bar di Tarvisio o del Brennero o nella prima area di servizio lungo l’autostrada per ordinare un cappuccino o un espresso.

Sembra che a casa loro non ne trovino. Forse per questo ci siamo creati l’erronea convinzione che l’Italia sia il Paese del caffè e l’Austria quello della birra e degli schnaps.

Ma non è così. È vero il contrario: gli austriaci sono tra i maggiori bevitori di caffè in Europa, molto più di noi italiani. Ne consumano in media 8,3 chili per persona all’anno. Più di loro amano il caffè soltanto i finlandesi (12,1 chili) e i norvegesi (9,1).

Tuttavia in Austria è difficile trovare espressi come i nostri. Sono sempre troppo lunghi, acquosi, dal sapore ambiguo, benché anche oltre confine usino spesso marchi italiani (Illy e Lavazza vanno per la maggiore) e macchine da bar italiane.

Ma anche se il tradizionale caffè ristretto è difficile da trovare in Austria, il caffè viene gustato in altre forme. Basta sfogliare il menù di un caffè (nel senso di locale) tradizionale austriaco per scoprire quante variazioni di caffè vengano proposti: dal “Verlängert” al “Melange”, al “Cappuccino” con o senza panna e tanti altri tipi ancora.

La conferma di quanto andiamo dicendo è venuta da Harald Mayer, presidente dell’Associazione austriaca del caffè e del te, che ha fornito i dati ufficiali della produzione e del consumo nel 2014.

Interessante notare l’evoluzione del settore, che ha visto il caffè in capsule superare per la prima volta quello per macchine con filtro (38,6% contro il 38,0%). In media gli austriaci bevono ogni giorno quasi tre tazze di caffè.

L’Austria lo scorso anno ha importato 1,6 milioni di sacchi da 60 chili. Tre quarti di essi (1,2 milioni di sacchi) sono serviti per il consumo interno.

Il resto è stato destinato all’esportazione. Un terzo del caffè austriaco è stato importato dal Brasile.

Al secondo posto, il Vietnam, con il 19,4%. Seguono la Colombia, l’Indonesia, l’Etiopia, l’India, l’Honduras, il Messico, l’Uganda e il Guatemala.

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