MILANO – La pandemia lascia il segno sui principali mercati mondiali: nell’annata caffearia 2019/20 (ottobre/settembre), l’ import di caffè in tutte le forme dei paesi membri Ico e degli Usa ha subito una flessione del 4,5% scendendo a 129,98 milioni di sacchi. Così i dati del report mensile Ico, diffuso nel pomeriggio di mercoledì 6 gennaio. L’import dell’Unione Europea registra un -2,6%, a 78,32 milioni di sacchi: Brasile, Vietnam e commercio intra UE, le principali origini. Calo in doppia cifra per gli Usa: -10%, a 28,36 milioni di sacchi, con Brasile, Colombia e Vietnam, come principali origini.
Non è andata meglio in Giappone, dove l’import si ferma a 7,34 milioni (-10%).
Ancora più marcato (-13,4%) il calo in Uk, con 5 milioni di sacchi importati. In controtendenza la Federazione Russa, che registra un incremento delle importazioni del 7,6%, a 6,22 milioni. Crescono anche le importazioni della Svizzera, che salgono a 3,41 milioni di sacchi (+9%).
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