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sabato 02 Novembre 2024
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illycaffè, Pogliani: «Per la ripresa, un mix di vendite ridisegnato ed e-commerce»

Il caffè sospeso - causa lockdown - questa volta è durato un po' troppo, i quasi tre mesi di chiusura di bar e ristoranti. «Ma ora che il peggio sembra alle spalle è il momento di convincere la gente a tornare alle sue abitudini», dice Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di illycaffè

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TRIESTE – Abbiamo già dato la notizia del gesto di ripartenza messo in atto da illy nei confronti dei coffeelover affezionati al brand: mercoledì 3 giugno, nelle caffetterie che servono il caffè del marchio, l’espresso è stato regalato. Ecco il commento di Massimiliano Pogliani, amministratore delegato illycaffè, su questa iniziativa di solidarietà, volta a riavvicinare le persone al rito della tazzina consumato nei bar. Da La Repubblica.

Pogliani: uno sguardo lungimirante oltre la Fase 2

Il caffè sospeso – causa lockdown – questa volta è durato un po’ troppo, i quasi tre mesi di chiusura di bar e ristoranti. «Ma ora che il peggio sembra alle spalle è il momento di convincere la gente a tornare alle sue abitudini», dice Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di illycaffè. Le difficoltà ci sono ancora, gli strascichi della pandemia sulla società «si prolungheranno oltre il 2020».

Ma per voltare pagina il gruppo triestino regalerà oggi la tazzina del buongiorno al bancone in tutti i bar italiani che vendono il suo caffè

«Un modo per far capire che gli esercizi pubblici si sono adeguati alla situazione e meritano fiducia», dice Pogliani.

Come avete affrontato lo tsunami della pandemia?

«Siamo uno dei pochi settori che ha avuto la fortuna di poter rimanere aperto e produrre. La priorità iniziale è stata mettere in sicurezza i dipendenti e per fortuna avevamo già avviato un piano di smart working nel 2019. Poi abbiamo dovuto far fronte alla radicale trasformazione del mondo del caffè. La nostra fortuna è che arrivavamo da un 2019 – oggi sembra preistoria – record, con tassi di crescita raddoppiati sul 2018. Anche i primi tre mesi del 2020 erano partiti molto bene. Poi tutto si è fermato. Ma quelle basi robuste ci consentono di gestire meglio l’emergenza oggi».

Bar e ristoranti sono rimasti chiusi per più di due mesi. Quanto vi è costato?

Pogliani: «Quel mondo pesa quasi i due terzi del nostro business. Fornivamo navi da crociera, compagnie aeree. Un business che si è quasi fermato. Per fortuna avevamo già lanciato un progetto per spingere sui canali online e questo fattore ci ha messo in posizioni di vantaggio rispetto alla concorrenza. Appena scoppiata la crisi abbiamo cancellato i costi di spedizione, anche quelli per piccoli ordini. E siamo passati dalla sera alla mattina da 400 a 1.500 ordini al giorno. Il 50% sono nuovi clienti».

Il web basta a compensare il buco della ristorazione?

«No, ma mitigherà gli effetti negativi. Sono cresciute anche le vendite nella grande distribuzione: in questa fase i consumatori hanno preferito i brand premium, quelli più conosciuti e affidabili. E noi ovviamente ne abbiamo beneficiato».

Pogliani, come siete ripartiti in Fase 2?

«Con molta gradualità, e avremo strascichi dell’emergenza anche oltre il 2020. Torneremo ai valori di ricavi del passato verso maggio giugno del prossimo anno. E a quel punto avremo un mix di vendite ridisegnato con più peso per l’e-commerce. Magari allungheremo i tempi di apertura dei nostri caffè con il marchio dell’azienda e basta. Il problema ora è gestire l’uscita dall’emergenza e favorire la riapertura. E la tazzina offerta a tutti il 3 giugno è un passo in questa direzione».

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