MILANO – La sorpresa arriva dall’offerta pesante di Illy. Così per restare nel Salotto buono di Milano Gucci dovrà «alzare il prezzo». Si è chiusa lunedì 14 la gara lanciata dal Comune a maggio per affittare lo spazio occupato dalla boutique. La concessione scade il 31 dicembre e Palazzo Marino (dopo i ricorsi al Consiglio di Stato per casi analoghi) ha scelto di non rinnovare automaticamente il contratto e procedere all’asta, inserendo però il diritto di prelazione per il marchio di moda che ha due vetrine, bar e dehors.
Adesso la Commissione si è riunita negli uffici del Demanio in via Larga e la sorpresa non è stata piacevole per Gucci, che ha offerto 380mila euro di affitto all’anno, solo 13mila in più rispetto alla base fissata a 367.456 euro.
La busta concorrente, presentata dalla società Illy Cafè, era più pesante: ha messo sul piatto 540mila euro, 160mila in più all’anno.
Se vuole conservare lo spazio i 295 metri quadrati per i prossimi diciotto anni (la durata del nuovo contratto), la griffe dovrà presentare un’offerta di importo pari a Illy.
Il Demanio invierà una lettera chiedendo formalmente alla società se è interessata ad esercitare la prelazione.
Avrà quindici giorni di tempo per rispondere, e negli uffici di Palazzo Marino sono convinti che Gucci non vorrà chiudere «bottega». L’aggiudicazione a Illy per ora è soltanto provvisoria.
Ma sono stare sei in tutto le buste aperte ieri dalla commissione Demanio. Il Comune aveva messo a bando anche lo spazio di 310 metri quadri occupato attualmente dal Bar Cheri in via Silvio Pellico 6.
In questo caso, la base d’asta era fissata a 255.427 euro e si è aggiudicato il locale il marchio Tod’s, che ha già una boutique all’angolo con via Pellico e potrà così allargare le vetrine su quel lato, proprio di fronte al Park Hyatt Hotel.
La società di Diego Della Valle ha offerto solo 25mila euro in più all’anno rispetto al canone minimo, ma la seconda busta sul tavolo, depositata dall’impresa individuale Rizzi, aveva proposto un rialzo minimo (256mila euro).
Servirà più tempo invece per assegnare il terzo spazio in gara, si tratta in questo caso di tratta di circa mille metri quadri al quarto piano della Galleria (tra piazza Duomo 19 e via Pellico 1).
Si tratta di più unità collegabili tra loro. La base d’asta era fissato 379.710 euro annui e ha partecipato ancora una volta il proprietario dell’hotel a 7 stelle Townhouse, Alessandro Rosso, già ben presente nel Salotto (tra suite, caffè Pavarotti, il locale Duomo 21, a breve anche una biblioteca).
Dovrà competere con la società Disma di Coppola. Ieri la commissione ha aperto solo le buste con la documentazione amministrativa, nelle prossime settimane esaminerà i progetti e infine l’offerta economica.
Soddisfatta l’assessore al Demanio Daniela Benelli: «Con il “bando Gucci“ – spiega – abbiamo sperimentato una formula mai provata prima, che mette a gara gli spazi allo scadere della concessione ma, al tempo stesso, consente al precedente assegnatario di adeguarsi all’offerta più alta. In questo modo uno dei marchi italiani più prestigiosi e famosi a livello internazionale se vuole potrà restare in Galleria. Qualunque sia l’esito, abbiamo quasi raddoppiato il valore dello spazio».