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Illy scommette sul Piemonte: nuovo stabilimento per Domori e poi il Barolo

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TORINO – Riccardo Illy scommette su Torino e sul Piemonte per completare il riassetto del Polo del gusto, ovvero tutte le attività del gruppo triestino al di fuori del caffè.

Nell’agenda dell’ex governatore del Friuli Venezia-Giulia c’è la ricerca di un nuovo stabilimento per far crescere il cioccolato finissimo Domori, società che oggi ha base nell’area industriale di None e che distribuisce in Italia lo champagne Taittinger, e l’ipotesi di finalizzare un’acquisizione nel vino, comprando una tenuta di Barolo nelle Langhe.

«Domori è entrata nel nostro gruppo nel 2006 — spiega Riccardo Illy (FOTO), presidente della holding di famiglia — all’epoca fatturavamo 1 milione di euro, oggi il giro d’affari è salito a 17 milioni-. Una crescita molto buona, sia sul segmento retail sia in quello professionale, che ci permette di pensare a un’espansione produttiva che porterà efficienza. Con nuove linee automatizzate e anche nuova occupazione, una decina di persone».

Una nuova casa per Domori

L’impianto di None impiega una sessantina di persone e si estende per circa 5mila metri quadri. Sia la logistica della materia prima (fave di cacao criollo dal Venezuela), sia il prodotto finito, oggi sono esternalizzate.

Il piano di crescita prevede una nuova «casa» per Domori in grado di ospitare tutte le attività aziendali e sostenerne lo sviluppo.

«Siamo in trattativa per investire in un nuovo stabilimento, sempre nell’area torinese, e non troppo distante da None e da Torino, perché qui c’è un distretto del cacao che offre grandi professionalità, dall’Università di Scienze Gastronomiche al Politecnico di Torino, all’altezza della nostra ambizione di realizzare prodotti di qualità assoluta».

Nel progetto di sviluppo del Polo del gusto del gruppo Illy — che conta anche il tè Damman Frères, una partecipazione nelle confetture «piemontesi» Agrimontana, il vino Mastrojanni — Domori occupa un posto speciale.

Perché all’origine della società triestina, oggi un colosso da mezzo miliardo di euro, fondata da Francesco Illy nel 1933, oltre al caffè, c’era anche il commercio del cacao.

E il distretto torinese del cioccolato e del caffè sta diventando uno dei territori più competitivi del settore, macinando ritmi di sviluppo «cinesi». L’export del settore — secondo il monitor dei distretti Intesa Sanpaolo — continua a registrare elevati tassi di crescita: +7,7% nell’ultimo trimestre, + 20% del 2016.

Di casa a Torino

Da circa un anno, da quando ha assunto la presidenza di Domori, Riccardo Illy è diventato di casa a Torino. E si occupa in prima persona, insieme con l’ad di Domori Jean-Pierre Willemsen, della ricerca di una nuova fabbrica per il cioccolato Domori.

«Cerco di venire almeno una volta al mese. E da questi viaggi sulla Trieste-Torino è nata l’idea di ampliare il nostro paniere con il Barolo». Le offerte di cantine di qualità non mancano.

«Stiamo valutando alcune operazioni, ma i prezzi sono molto alti. Vedremo nei prossimi mesi se riusciremo a portare anche il re dei vini nel nostro gruppo».

Si rafforza il legame tra Torino e Trieste, che contava anche una piccola partecipazione di Illy in Grom.

Chissà se domani l’alleanza potrà passare anche dal caffè, tra Lavazza e Illy?

Christian Benna

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